ATTENZIONE:
IL BLOG EXIT POL CESK CONSIGLIA SEMPRE LA CONSULENZA DI PROFESSIONISTI COMPETENTI NELLA CURA DEI DISTURBI MENTALI E DEL COMPORTAMENTO.

Pol Cesk

venerdì 25 dicembre 2015

Bolla di comfort, zona di stress e di panico

Ciao a tutti e Buon Natale,
oggi vi propongo un piccolo schema per capire come gestiamo le situazioni che ci capitano durante la nostra esistenza.

Tutte le cose che sappiamo fare con facilità rientrano nella cosiddetta "Bolla di Comfort", ovvero quella zona soggettiva nella quale svolgiamo azioni di routine.
Nei depressi e nei fobici per esempio, la bolla di comfort si riduce enormemente alle funzioni di base.

Esiste poi una "Zona di Stress", in questa particolare zona siamo in grado in base alle abilità che normalmente usiamo in bolla di comfort, di affrontare i problemi che ci mettono ansia o stress.

E' molto importante che le persone vadano spesso in zona di stress perchè questa zona è molto salutare per lo sviluppo delle capacità dell' individuo e per far si che i problemi stressanti vengano piano piano inseriti nella bolla di comfort...teniamolo a mente come esercizio personale.

Infine abbiamo la "Zona di panico", questa è la zona dove tutto può succedere per il fatto che le nostre abilità non sono in grado di risolvere il problema.
Le azioni che siamo in grado di compiere si riducono a due: BLOCK and FLY.
Per Block si intende la totale mancanza di azione e reazione, letteralmente bloccato, mentre per Fly si intende la regina delle azioni di noi fobici, ovvero la FUGA o EVITAMENTO.

Comfort, Stress e Panico

In figura abbiamo il "Caso A", questo rappresenta una situazione che ci mette panico e paura. In questo caso le abilità dell'individuo non sono in grado di risolvere la difficoltà e quindi rimarrà nella memoria la sconfitta personale e genererà un "PESO PSICOLOGICO DEL TRAUMA".
In tale caso la bolla di comfort si divide in due e il Caso A si prende parte delle abilità della bolla.

Il caso A, fermo nella nostra memoria, limita le nostre abilità quotidiane.

Per riuscire a far rientrare quelle abilità nella bolla di comfort dobbiamo affrontare il caso A a piccoli passi (rappresentati dalle bollicine di avvicinamento) e solo in questo modo potremmo superare la fobia.

Nel caso della fobia sociale i piccoli passi sono rappresentati dalla rappresentazione con la "scala USM" del proprio problema.

Spero di non avervi annoiato troppo...Buone feste

Pol


martedì 8 dicembre 2015

Quanto fanno male le aspettative non avverate


Buongiorno,
Chi soffre di ansia, panico e vari disturbi legati alle aspettative che si vogliono realizzare , soffre di un disagio tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere e questo genera inevitabilmente ansia da prestazione.
Il problema principale è che queste persone sono in costante conflitto con se stessi perché devono raggiungere obiettivi che per il loro modo di vedere le cose gli permetteranno di essere apprezzati in quello che loro temono maggiormente, LA SOCIETA'.
All'interno di questo gruppo ovviamente mi ci metto anch'io; la mia ossessione è stata per molto tempo legata al fatto di dover ottenere un posto di lavoro gratificante con l'ansia che il tempo mi facesse invecchiare e quindi non riuscissi a raggiungere il risultato che mi ero stabilito.
Questa aspettativa di successo non raggiunta ha avuto come conseguenza una profonda tristezza e, legata poi ad altri problemi non risolti in ambito familiare, una crisi di depressione bipolare profonda.
Avendo tempo per capire come mai mi sono ritrovato in un ospedale psichiatrico, ho profondamente cambiato il mio punto di vista sulle cose che mi succedono, certo la società italiana di questi tempi non aiuta e il modello proposto di vincenti a tutti i costi ha creato moltissimi problemi.
L'accoppiata poco tempo per dedicarsi a noi stessi e la corsa al reddito genera disagi sociali non indifferenti.
L'idea che vorrei portare avanti e quella di dedicarsi alle attività con preparazione e studio ma di non farsi troppi castelli in aria proiettando la propria persona in un futuro fatto di grandissimi successi. Il rischio è rimanere scottati dall'aspettativa non avverata.
Durante tutto il percorso per raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati, fermiamoci a guardare i piccoli traguardi intermedi che abbiamo raggiunto e cerchiamo di essere felici di quello che abbiamo imparato, se poi riusciamo a fare combaciare il risultato finale all'obiettivo prefissato tanto meglio, ma smettiamola di farci del male in conflitto con il nostro padrone interiore.
E' molto più difficile di quello che pensassi
Pol

giovedì 19 novembre 2015

Il cervello capisce e si ripara "da solo"

Ciao a tutti,
Il post di oggi è un po' difficile da descrivere a parole ma ci proviamo lo stesso ovviamente...

Nella mia esperienza sono stato in molte occasioni bloccato da pensieri controproducenti legati a quale dovesse essere il mio comportamento per meglio "guadagnarmi" un posto nella società in cui vivo. Questi pensieri sono diventati morbosi impedendomi di fatto di fare quello che volevo della mia vita in base alle mie attitudini e desideri.

In poche parole sono stato sovrastato dal mondo esterno tanto da non riuscire a capire come andare avanti con tutte le difficoltà che la mia testa mi creava nel relazionarmi con le altre persone.

Arrivato al mio "fondo" personale, sono andato in terapia presso una psicologa.
Terminato il percorso di cura del mio errato modo di concepire la vita, ho iniziato a sperimentare tutte le situazioni in cui mi trovavo a disagio.
Ho capito che il cervello se riesce a crearsi degli schemi mentali per affrontare le difficoltà è l'unico organo che abbiamo in grado di ripararsi "da solo".
Il virgolettato è d'obbligo perchè per dare tutti gli strumenti alla nostra testa per analizzarsi è necessario studiare, ovvero darle quelle chiavi di accesso per arrivare a semplificare il problema scomponendolo in problemi più piccoli e quindi più facili da risolvere.
Bisogna, secondo me, riuscire a vedere in modo distaccato e razionale il proprio problema di relazione con il mondo esterno.
Tenere degli appunti ordinati su come si affrontano le situazioni che ci fanno paura e scolpire a caratteri cubitali i propri successi raggiunti.
Un docente molto empatico un giorno mi disse che lui desiderava molto insegnare nella sua vita ma che era bloccato dall'ansia di parlare in pubblico (molto diffusa), nonostante questo, ha scolpito nella sua mente la sua "impresa perfetta" ovvero parlare davanti a 300 persone.
Da quel giorno in poi tutte le volte che deve parlare davanti ad una classe o tenere un nuovo corso vince l'ansia con il ricordo di quell'evento.

Facile a dirsi ma...
Beh proviamoci

Pol 

martedì 3 novembre 2015

Il concetto di fare fatica


Ciao a tutti,
è da un po' di tempo che mi gira per la testa questo post, lo vedevo li da scrivere e ci pensavo per tutta una serie di comportamenti che vedo all'interno della mia cerchia di amici e familiari.
Per gran parte della mia vita, circa 28 anni, ero vinto dall'inerzia del mio cervello nell'affrontare sfide che per me erano insormontabili, per esempio quelle della fobia sociale, del lavoro ma anche di cercare di comprendere i comportamenti degli altri e non offendermi.
Tutte queste sfide rognose dentro di me erano e sono tuttora accomunate dal senso di non essere in grado di farcela, essere insicuro e da un tutti gli sforzi che devo fare per mascherare questa insicurezza con arroganza e chiusura verso gli altri con battute pessime e a volte offensive.
Da pochi anni a questa parte ho scoperto che una delle grandi gratificazioni della mia vita è quella di raggiungere e superare le mie difficoltà attraverso il metodo e la fatica...ma tanta fatica.
Tira, Tira che ce la fai!
Ci sono stati molti insuccessi fino ad ora e chissà quanti ancora dovranno arrivare (speriamo pochi), ma non mi preoccupo più di questo perché cercando di analizzare i fatti che hanno portato al sorgere dei miei problemi, in futuro posso pensare di prevederli e addirittura di non farli accadere.
La fatica è fondamentale per crescere, per risolvere i propri problemi e soprattutto per poi godere veramente a pieno dei momenti belli, quelli che ti regalano un piacere enorme.
I piccoli piaceri della vita” espressione che non mi piace molto e fa un po' vecchio a dire il vero! Ma perché fermarci ai piccoli piaceri della vita quando finalmente posso godere dei grandi piaceri della vita?
Superando le mie paure, o cercando quantomeno di farlo, arrivo ad uno stato mentale di assoluto benessere.
L'impegno, la costanza e la fatica molte volte sono la chiave nel superamento dei nostri piccoli e grandi blocchi mentali e quindi mi sento di consigliare di analizzare i vostri problemi e cercare di vedervi dall'esterno con gli occhi della persona che vorreste essere e affrontarli con metodo in modo diverso.

Buona giornata

Pol


martedì 20 ottobre 2015

Perchè ti “sputtani” cosi?


Ciao a tutti,
Circa una settimana fa sono uscito con un mio amico che non vedevo da tempo, è una persona un po' particolare e anche lui come me abbastanza problematica per via di un'infanzia e ambiente familiare difficile.
La caratteristiche che mi hanno colpito di più in lui sono la sua forza di volontà, il senso autocritico e il profondo altruismo.
Da quando ci siamo conosciuti mano a mano ci siamo raccontati di tutto, anche i dubbi che non riveleresti nemmeno ai tuoi genitori, insomma un rapporto che si può definire una vera amicizia.
Quella sera siamo usciti per un aperitivo e quando il discorso ha preso una piega più seria gli ho comunicato l'esistenza di un mio blog. La prima cosa che mi ha detto da impulsivo qual'è è stata: “Ma perché ti sputtani così?” al momento ci sono rimasto un po' male e anche offeso, ma pensandoci per qualche minuto ho capito il perché.
Vuotare il sacco su internet è un'attività che molti fanno con leggerezza senza pensare alle conseguenze dei propri atti. Forse internet è il posto più controllato del mondo per quanto riguarda chi siamo e cosa pensiamo perché ogni post e commento è registrato all'interno di una memoria da qualche parte chissà dove.
Perchè allora ho creato questo blog? Il primo motivo è filantropico, quello di cercare di condividere la mia esperienza di cura, un'impresa difficilissima, impormi di stare bene anche se tutti i dottori cercano di farti rimanere nell'idea che avrai sempre bisogno di assistenza medica e sociale. Ti fanno pensare che ad un certo punto qualcosa si è rotto e non si potrà più riparare.
Il secondo motivo è stato più difficile da definire, ma poi si è presentato chiaro: scrivere le mie esperienze è una specie di terapia che mi sono creato.
Il terzo motivo è il desiderio di fare squadra con tutti i cosiddetti “pazzerelli” come me.
Ritornando al commento del perché mi “sputtano”, devo dire che dopo essere stato male e aver vissuto le conseguenze dei miei comportamenti da squilibrato, mi ero già sputtanato abbastanza con tutti i miei conoscenti, parenti, lavoro ecc e quindi la mia sfera sociale più vicina doveva solo essere ricostruita da quel punto di rottura in avanti.
Ringrazio comunque il mio amico per la sua straordinaria onestà e genuinità nei miei confronti perchè dire la propria opinione senza paura delle conseguenze ha per me un grandissimo valore.

Saluti
Pol



mercoledì 7 ottobre 2015

Le stagioni di mezzo: autunno e primavera

Ciao a tutti,
se ricordate e seguite il bloggettino da un po', avevo pubblicato l'anno scorso un post che riguardava come mi sentivo durante l'avvicinarsi della stagione fredda, ve lo ricordo Il cambio di stagione...Pericolo.
Nella rete possiamo trovare di tutto e di più per quanto riguarda questo argomento, quindi vi lascio ricercare con tranquillità la fonte che meglio vi aggrada.

Il fatto è che anche quest'anno, sebbene in modo lieve, sento gli effetti del cambio dal caldo al freddo. Non parliamo poi delle mie crisi di bipolarismo, quasi tutte le peggiori che mi sono capitate si sono verificate nei mesi di inizio primavera.
Quest'anno faccio un po' più di fatica a dormire regolare, a volte vado in ansia per i pensieri e le cose da fare e sudo come sudavo quando avevo attacchi gravi di fobia sociale.

A parte questo, molto meglio quest'anno! Pensando alle differenze dall'anno passato, vi confesso che il merito è tutto della vita più regolare e più sana.
Quindi consiglio di fare sport almeno due volte alla settimana, cercare di mangiare più vegetali e meno carne ( io per esempio la mangio una volta a settimana) e cercare di fare orari normali, la regola dell' università dovrebbe sempre funzionare... 8 ore di studio/lavoro 8 ore di riposo e 8 ore di svago.

C'è poco da fare, che lo vogliate o no il corpo umano è una macchina e come tale ha bisogno di qualche rabbocco ogni tanto perchè possa produrre al meglio...

Buona giornata

Pol


mercoledì 30 settembre 2015

Tecniche di libertà emozionale (Emotional Freedom Techniques - EFT)

Ciao a tutti,
non mi ricordo bene come sono venuto a conoscenza dell' EFT, probabilmente "gugolando" (che schifo di espressione), e quindi adesso vi beccate questo simpatico post.

L'EFT l'abbiamo importata stranamente dagli americani e significa Emotional Freedom Tecniques ovvero tutte le tecniche volte a liberare le emozioni che non ci fanno vivere a pieno la nostra vita.

Sono un po' scettico...non riguardo l'argomento ma tendenzialmete ho paura dei ciarlatani che si spacciano per dottori nel nostro paese e fanno una montagna di grana. Per il resto credo di applicare già a modo mio un "personal EFT method".

Che cos'è l'EFT:

L'EFT parte dal concetto della medicina tradizionale cinese che il corpo umano è attraversato dall'energia vitale della terra e che appunto come la terra siamo anche noi divisi in linee chiamate "meridiani". Viene chiamata volgarmente "tapping" e consiste in una serie di manipolazioni volte a sbloccare i flussi di energia del nostro corpo.


Punti di manipolazione EFT

In uno stato di equilibrio con il creato l'individuo, se potesse, vedrebbe fasce di luce di energia scorrere dentro e fuori di se in un continuo scambio con l'esterno, quando invece si hanno dei problemi di varia natura come paure ma anche traumi fisici oltre che mentali questo flusso si interrompre e tramite la manipolazione si possono riattivare questo scorrere di energia e dare comunque molti benefici.


Premetto dunque che sono assolutamente ignorante sull'argomento, nel mio caso sono un "self-made tapper" perchè cerco molto di ascoltare come il mio corpo reagisce alle mie emozioni e ho individuato dei punti critici come per esempio nella zona del collo, delle spalle e importantissima: la pancia.

Quello che penso è un po riassumibile nella definizione culinaria "tutto fà brodo" nel senso che prendersi mezz'ora del proprio tempo a rilassarsi e stimolarsi i punti di pressione aiuta se non altro proprio per l'effetto benefico mentale di pensare di fare qualcosa che ci fà bene, il famoso effetto placebo.
 
Occorre che ognuno di noi cerchi la propria dimensione anche nel comprendere che cosa non và nella sfera emozionale, psichica e fisica durante la propria esistenza e compreso questo si avvicini a quello che secondo il suo modo di vivere e il proprio carattere e temperamento lo porti a sentirsi meglio.

Il nostro maggior tesoro è la nostra unicità d'altronde non smetterò mai di ripeterlo. Ciò che emoziona me non necessariamente emoziona un mio amico e per il fatto che vediamo il mondo circostante in modo unico gli uni rispetto agli altri.

Buona ricerca...

Pol

 
 
 

lunedì 21 settembre 2015

Ricordi che fanno piangere


Ciao a tutti,
Da tempo ormai, e lo si nota anche dai post nel blog, il mio habitat di vita si è profondamente modificato. Mio papà non c'è più e mia mamma ha bisogno di assistenza costante.
Questa situazione mi ha responsabilizzato molto per la mia età e noto la differenza con i miei coetanei. Non posso più contare sulla presenza dei miei genitori e questo mi fa parecchio soffrire e piangere spesso.

Nelle ultime due settimane credo di aver pianto almeno tre volte, credo che questo particolare calo di controllo sia anche dovuto al cambio di stagione, ma non riesco più a trattenermi quando guardo in faccia mia mamma che mi parla in modo confuso con un espressione da bambina di otto anni.
 

Stavo prendendo un caffè e un succo di frutta per la mamma e lei viene fuori con questa frase “Abbiamo proprio sbagliato tutto...” sottinteso io e tuo papà, sono parole che vanno a finire dritte al cuore e ti fanno inondare la mente di una serie di ricordi spiacevoli.
In un attimo ho ricordato tutte le situazioni e sensazioni provate nella convivenza con i miei genitori e a quanto quel periodo mi avesse fatto del male per la mia vita futura.

Mi ritrovo a pensare a quanta tristezza e compassione mi mette la situazione di mia mamma in questo momento e non riesco comunque ad essere in collera con i miei genitori per tutto quello che mi hanno costretto a vivere.



I genitori sono unici con tutti i difetti e le debolezze che si portano dietro.

A volte poi mi fermo a pensare a che tipo di uomo sarei se non fossero successe tutte queste disavventure nella mia famiglia e arrivo alla conclusione che è inutile pensarlo perché è nella difficoltà dei momenti che si sviluppano differenze di carattere dovute appunto alle diverse esperienze di vita.


Spero di non avervi rattristato troppo...

Pol
 


 

lunedì 7 settembre 2015

La nuova frontiera della cura dei disturbi al cervello: L'optogenetica


Da qualche giorno ho davanti agli occhi un articolo tratto dalle scoperte effettuate da un neuroscienziato e psichiatra, tale Karl Deisseroth, che, spinto dall'insaziabile voglia di conoscenza tipica degli scienziati ha iniziato a sperimentare delle tecniche di stimolazione dei neuroni attraverso la corrente elettrica.
Il nostro cervello infatti, visto in modo tecnico è una massa composta da grasso ed acqua, simile ad una gelatina, nella quale si trova in sospensione una rete intricatissima di connessioni tra speciali cellule che si chiamano neuroni.
Si “pensa” e questo ci fa capire a che punto la scienza sia arrivata nello studio del cervello, che ci siano 100 miliardi ( 100.000.000.000 ) di neuroni in un uomo adulto, è facile comprendere che mi sembra riduttivo pensare di azzeccare lo psicofarmaco giusto per il disturbo di un paziente al primo colpo...cosa ne pensate?
Con gli psicofarmaci si agisce sulla quantità di neurotrasmettitori (sostanze chimiche) cercando di aumentare (depressione unipolare) o diminuire (depressione bipolare fase up) la loro produzione nello scambio di elettricità tra i neuroni (sinapsi). Tutto questo spiegato nel modo più semplice possibile.

Neurone eccitato


Il problema è che non si conosce in che modo esatto regolare questo flusso e quindi sorgono diversi effetti collaterali che non vi racconto ma sappiate che vi basterà aprire un “bugiardino” (che nome... non smetterò mai di pensarci) per vedere la miriade di effetti collaterali, primo fra tutti l'aumento di peso e la fame nervosa (esperienza personale).
Deisseroth in quanto psichiatra e scienziato trovava FRUSTRANTE che la visione della psichiatria sulle malattie più difficili da curare come la depressione grave, la schizofrenia e l'autismo – FOSSE LIMITATA da una FONDAMENTALE MANCANZA di COMPRENSIONE su come FUNZIONA IL CERVELLO UMANO.
Riporto il suo discorso diretto: “Un cardiologo può spiegare a un paziente che cosa non và nel suo cuore, ma NON SIAMO IN GRADO di spiegare cos'è la depressione. Proviamo DIVERSI TIPI DI FARMACI, inseriamo elettrodi per stimolare parti diverse del cervello per vedere se i comportamenti cambiano, ma a livello dei tessuti NON SAPPIAMO COSA SUCCEDE.”
Al momento, questo rivoluzionario scienziato, stà curando una paziente utilizzando la tecnica detta VNS (Vagus nerve stimulation) insieme ad una terapia farmacologica e gli effetti di tale tecnica sono stupefacenti.
La VNS si può attuare dopo un'operazione chirurgica di impianto di un piccolo apparecchio a batteria sotto la clavicola che invia costantemente piccole scariche elettriche al nervo vago, in modo da arrivare alla struttura del cervello profondo che secondo i medici regola l'umore.
Ma la scoperta che lo renderà e lo stà rendendo già famoso è quella dell' OPTOGENETICA, una tecnica che ha lo scopo di rendere fotosensibili specifiche cellule cerebrali e le attiva usando lampi di luce inviati attraverso un piccolissimo cavo a fibre ottiche.
Attualmente sembra che questi test vengano condotti su singole cellule e su cavie di laboratorio, non si offendano gli animalisti, ma è merito dei topi se adesso possiamo permetterci di vivere in modo bellissimo fino ad età un tempo neanche immaginate.
Questa tecnica è rivoluzionaria perché permette di superare il limite di studiare le connessioni nell'esatto momento in cui avvengono nel cervello, fino ad oggi infatti si poteva vedere gli effetti delle emozioni solo dopo qualche secondo di distanza e quindi in ritardo rispetto all'evento significativo nel cervello che lavora in millisecondi.
L'argomento è tecnico e complesso, spero di non avervi annoiato... per ulteriori spunti vi consiglio di ricercare su internet in base alle vostre curiosità.
Saluti Pol



lunedì 31 agosto 2015

La difficile differenza tra psicologo e psicoterapeuta


Salve a tutti,
per chi di voi non ha familiarità con le varie professioni che studiano i problemi di comportamento e “dovrebbero” avere come obiettivo la salute del paziente, ecco la prima puntata della serie “Chi ci mette le mani nel cervello?”.
Se fossi uno psicologo italiano (perché non conosco le leggi degli altri stati) appena uscito dal mio percorso di studi farei fatica a capire i miei ambiti di lavoro nel campo della psicologia clinica.
L'unica certezza che ho in questo momento è che può esistere:
  1. MEDICO PSICOTERAPEUTA (Laurea in Medicina)
  2. PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA (Laurea in Psicologia)
Già con questa distinzione mi inizia un leggero mal di testa...

Il MEDICO PSICOTERAPEUTA ha questi obblighi per professare:
  1. Laurea in medicina e chirurgia
  2. Esame di stato per l’abilitazione alla professione di medico
  3. Iscrizione all’albo professionale dei medici e odontoiatri
  4. Scuola privata quadriennale di specializzazione in psicoterapia

oppure una specializzazione universitaria in una di queste:

  1. Psicologia Clinica
  2. Psichiatria
  3. Neuropsichiatria
  4. Neuropsichiatria infantile
    - in aggiunta un tirocinio pratico presso strutture convenzionate

Quindi anche il vostro medico di base potrebbe essere, dopo un periodo di 4 anni di specializzazione in psicoterapia un valido psicoterapeuta.

Il vantaggio per la professione sembra essere il fatto che come medico può PRESCRIVERE MEDICINALI. Per il paziente forse un po' meno...

Lo PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA ha questi obblighi per professare:
  1. Laurea in psicologia (laurea vecchio ordinamento o laurea specialistica, nuovo ordinamento)
  2. Esame di stato per l’abilitazione alla professione di psicologo
  3. Iscrizione all’albo professionale degli psicologi
  4. Scuola privata quadriennale di specializzazione in psicoterapia
oppure una specializzazione universitaria in una di queste:
  1. Psicologia clinica
  2. Psicologia del ciclo di vita
  3. Psicologia della salute
- in aggiunta un tirocinio pratico di psicoterapia in strutture convenzionate

Quindi verrebbe da dire a tutti gli psicologi che con lo stesso tempo dedicato alla propria formazione ovvero (5+4 anni) se avessero scelto medicina avrebbero molto di più.
Per fortuna invece che ci sono gli psicologi, nella mia personale esperienza ho notato che il medico italiano spesso e volentieri tende a fare ricette e quindi prescrivere medicinali...sarà perché per ogni ricetta riceve dei soldini? Mah...lascio a voi il beneficio del dubbio.

Bisogna anche considerare che attualmente molti psicoterapeuti in Italia non sono neanche laureati in psicologia ne in medicina, ad esempio ci possono essere laureati in lettere che poi hanno fatto la specializzazione in psicoterapia di 4 anni.


Quello che penso è che non si dovrebbero avere tutte queste variabili nella formazione di professionisti che poi influenzeranno forse per sempre il futuro dei loro pazienti.

CHI È UNO PSICOTERAPEUTA?

E' un professionista abilitato alla cura dei disturbi mentali e delle altre condizioni di carenza di salute attraverso la psicoterapia.

COS'E' LA PSICOTERAPIA?

Etimologicamente la parola psicoterapia - "cura dell'anima" - riconduce alle terapie della psiche realizzate con strumenti psicologici quali il colla oquio, l'analisi interiore, il confronto, la relazione ecc., nella finalità del cambiamento consapevole dei processi psicologici dai quali dipende il malessere o lo stile di vita inadeguato, e connotati spesso da sintomi come ansia, depressione, fobie, ecc.


Non si fa cenno a nessun intervento di tipo farmaceutico, quindi c'è il rischio che il medico psicoterapeuta tenda a prescrivere medicinali in alcuni casi in cui non sarebbero necessari.
Bisogna valutare di caso in caso i singoli problemi, ci sono stadi della depressione che necessitano di un aiutino farmaceutico ma a mio parere questo trattamento deve essere di breve durata e accompagnato da una consapevole terapia psicologica volta a far ragionare il cervello nel modo corretto e a capire le cause scatenanti la depressione.

Vi lascio con questi interrogativi...
Ma quanti percorsi di studi diversi ci sono per arrivare allo stesso punto? Non sarà controproducente per il paziente? Non aumenterà la confusione?
Grazie dell'attenzione...

Pol

lunedì 17 agosto 2015

Il mancato TSO di Torino

Ciao a tutti,
riporto la notizia apparsa pochi giorni fa sul FattoQuotidiano:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/13/morto-dopo-tso-torino-telefonata-dallambulanza-lo-hanno-preso-per-il-collo-e-un-po-soffocato/1956416/

Andrea Soldi era, pace all'anima sua, un uomo corpulento di 45 anni con problemi di schizofrenia.
La prima cosa che mi viene da pensare è che i vigili urbani, come forza dell'ordine, non sono preparati per interventi di questo genere.
E' necessaria una formazione specifica delle forze dell'ordine per affrontare queste difficili situazioni e magari istituire un numero di telefono apposito per chiamare personale qualificato certamente non inesperti vigili di quartiere!

In secondo luogo la procedura prevista dalla legge per il TSO ha assoluta necessità di essere rivista, perchè in ogni occasione non viene seguita e vengono inoltre lesi i diritti del malato che ovviamente si trova in uno stato mentale che gli impedisce di difendersi.

Questo fatto di cronaca mi ha fatto ricordare quando è successo a me.
Per quello che ricordo della mia esperienza le forze dell'ordine in caso di alterazione psichica del paziente devono verificare che il soggetto non sia pericoloso per se e per gli altri. A questo punto la situazione diventa di dominio medico e quindi deve essere accompagnato da un medico e dal servizio infermieristico che solitamente dovrebbe sapere come si trattano i pazienti.

Ripenso che se avessi trovato personale non adatto, forse avrei fatto questa misera fine anch'io.

Se andiamo a vedere la normativa in materia di TSO ci rendiamo conto della difficoltà di applicazione in casi di urgenza e della disinformazione che esiste, riporto il link per maggiore chiarezza : Il Trattamento Sanitario Obbligatorio

Concludendo questo breve post posso dire in base alla mia esperienza:
  1. La situazione di crisi mentale ti espone al mondo esterno completamente in balia di esso, puoi trovarti di fronte a persone non preparate e che possono perdere la testa;
  2. C'è assoluto bisogno di modificare la legge o di rifarla per quanto riguarda la procedura da seguire in caso di tso (che il sindaco (?) o chi per esso abbia 48 ore di tempo per disporre un'ordinanza di TSO non ha senso);
  3. Formare un reparto ad hoc di forze dell'ordine di intervento in casi simili, non stiamo parlando di andare a prendere un soggetto che stà rapinando una gioielleria ma una persona in disagio psichico che sicuramente ha una situazione personale alle spalle molto critica;
  4. L'intervento dell'ambulanza è necessario con personale adeguato a bordo, sicuramente un medico psichiatra e uno psicologo di reparto (ovvero persone che sono abituate a vedere le situazioni limite a cui può arrivare la mente umana in caso di disagio grave). Per mia esperienza ho conosciuto psichiatri non di reparto che non erano in grado di comprendere quando il loro lavoro doveva essere sostituito dal lavoro dello psicologo;
  5. Maggiore attenzione al trattamento dei giorni successivi al ricovero per TSO, perchè le medicine che vengono date per risolvere lo stato di profonda alterazione devono essere tolte quando questo stato mentale rientra per essere sostituite gradualmente e affiancate da uno studio psicologico;
  6. Infine non mi stancherò mai di comunicarlo: fare informazione nella gente comune perchè la paura di chi è ignorante è la cosa peggiore che può capitare ad un individuo che già a sofferto parecchio nella sua esistenza.

Buona giornata a tutti

Pol

lunedì 10 agosto 2015

La mia esperienza bipolare

Ciao a tutti,
un breve post solo per informare che ho completato la sezione della mia esperienza di disturbo bipolare.
Questa sezione è dedicata a:
  • familiari e amici di chi soffre in modo da comprendere e non isolare il proprio caro ma comprendere cosa probabilmente gli è passato per la testa durante le sue crisi;
  • bipolari per confrontarci sulle nostre esperienze e cercare di fare rete per non sentirsi incompresi;
  • professionisti del settore come spunto per la propria preparazione e confronto;
  • semplici curiosi per il fatto che più se ne parla e più si sconfigge il pregiudizio e lo stigma nei confronti di chi già soffre abbastanza.

Trovate il link sotto "Argomenti" come al solito, in testa a questo post oppure "IL MIO DISTURBO BIPOLARE".

Riporto il video dei Radiohead - Karma Police in ricordo e monito della mia ultima fase up...



 Buona lettura...

Pol




mercoledì 5 agosto 2015

La frustrazione della fobia sociale

Ciao a tutti,
oggi vorrei soffermarmi sul valore della sofferenza e della frustrazione che purtroppo si accompagna in tutti i casi di fobia.

Innanzi tutto la frustrazione si manifesta normalmente in tutti gli individui quando non riescono nel proprio intento. Quindi, secondo il mio punto di vista, la frustrazione è buona e nonostante tutta la sofferenza che si porta dietro è da considerare ottimale per esaminare in modo approfondito la propria situazione per poi generare variazioni nelle scelte.

Io credo di essere un principe se non il re della frustrazione, tutti quelli che mi conoscono mi dicono che penso troppo, rimugino sui miei comportamenti e a dire il vero in passato mi offendevo per questo proprio perchè evidentemente avevano ragione!

La mia personale frustrazione maggiore arriva subito dopo essere riuscito ad evitare una manifestazione pubblica che mi mette a disagio.
Visto che ormai mi conoscete, ricordo quando in passato, ma a volte anche adesso,  evitavo di andare a cena con amici. Dal momento in cui telefonavo inventandomi malattie molto comuni, come influenze intestinali o febbroni da cavallo, ecco palesarsi in modo prepotente la frustrazione.

In alcuni casi mi ha portato al pianto. 

Con il senno di poi, ora che affronto le mie paure, senza la frustrazione che mi ha permesso di toccare il fondo, non sarei riuscito ad affidarmi ad un percorso di cura psicologica di cui solo da un anno riesco a cogliere i frutti.

Dai miei incontri di teoria presso l'associazione di aiuto con la quale collaboro, ho imparato che gli psicologi vedono la frustrazione positivamente perchè, e cito le parole della dottoressa 

"tempra la capacità di adattamento ai cambiamenti e agli imprevisti e porta ad una maggiore tolleranza nella persona a sopportare fatiche e dolori."

Da queste parole sembra che devi gioire più la vita ti và di merda, non pensiamola così, ma vediamo invece questa sofferenza che abbiamo subito come ad un trampolino di lancio per il cambiamento in positivo, perchè abbiamo in mente le sensazioni negative e potremmo quindi gioire in modo molto più intenso dei nostri futuri successi.

Chi non prova dolore non cresce come individuo, quindi stop agli evitamenti e non abbiate paura dei giudizi degli altri.

Buona serata...

Pol

venerdì 24 luglio 2015

L'ossessivo compulsivo

Ciao a tutti,
in questo caldo luglio perchè non trattare un argomento di teoria un po' pesante? Della serie facciamoci del male...

L'ossessivo compulsivo

Il concetto di ossessivo compulsivo nasce da un pensiero fisso in testa e si compone di due part:
  1.  l'ossessione non ti molla mai ed è rappresentata dallo stato mentale che imprigiona a ripetizione il cervello occupandolo a pensare di continuo a quella specifica paura o mania;
  2. la compulsione che rappresenta il lato pratico, l'azione per cercare in tutti i modi di soddisfare l'ossessione malata. Azione che per il soggetto risulta la soluzione alla sua mania ma che in realtà ne peggiora di giorno in giorno la situazione.

E' un po' come il cane che si morde la coda perchè non la riconosce come parte del suo corpo.

Oh, finalmente l'ho presa!

L'individuo risulta sempre più schiavo della sua ossessione.


Con questo comportamento le altre azioni perdono di significato per cui l'ossessivo tende ad isolarsi negli affetti e nelle emozioni rinunciando in pratica a vivere.

Quando compie l'azione compulsiva non raggiunge il piacere che in testa aveva collegato al raggiungimento del suo scopo, ma tende sempre di più a SERIALIZZARE questi comportamenti per aderire il più possibile al protocollo.

Citando la teoria, e prego alcune psicologhe di confermare, l'ossessivo è di solito stato un bambino con rabbia dentro per una libertà mancata e quando riesce a raggiungere la libertà ha paura dell'aspetto sanzionatorio di questa tanto desiderata.

In poche parole è stato un bambino con troppe regole da rispettare.

Per fortuna questo tipo di disagio non l'ho mai provato e comunque mi sento ancora una volta di definirlo un male di questo nostro modo di vivere, la severità dei genitori che a loro volta sono stati dei bambini traumatizzati genera generazioni con turbe che impediscono di vivere e aprire la mente.


Pesantezza...

Pol


giovedì 16 luglio 2015

La pizzata adolescenziale


Ciao a tutti,
L'altra sera sono andato a mangiare una pizza ovviamente non da solo; visto che d'estate si sta meglio all'aperto piuttosto che in casa se non si ha un buon condizionatore, abbiamo deciso di andare poco distante ma all'aperto.
Premetto che con il caldo la pizza mi ha sempre riempito prima di averla finita e in ogni caso l'afa era abbastanza pesante. Dopo una ventina di minuti arriva la pizza e inizialmente, avendo fame, l'ho mangiata proprio di gusto...ad un certo punto come una freccia assassina, la mia mente viene completamente colpita dalla sensazione di ansia di pienezza e di panico per la “situazione pizza estiva in pubblico con afa”.
Il fattore scatenante la fobia è rappresentato, tra gli altri, dai clienti della pizzeria tutti intorno, ricordo di aver pensato “Se mi viene da tossire molto questi sconosciuti si gireranno schifati!”.
In realtà al minimo accenno di ansia, ho iniziato con la respirazione lenta, cercando con tutte le forze di concentrarmi nel discorso al mio tavolo. 


Risultato: un solo sbuffo di tosse, cosa socialmente accettabile durante una cena in pizzeria.

Il fatto è che questa volta ho cercato di prolungare oltremodo il tempo per la cena, visto che ho ordinato anche un caffè (bevanda che se leggete da un po' mi crea solitamente qualche problema).
Potrebbe sembrare masochismo rimanere per vedere fino a che punto si riesce a resistere e invece ho cercato di rilassarmi e svuotare la mente dal pensiero (sconfiggere l'evitamento).

Quale è stato il mio pensiero?

In realtà ci ho messo circa un quarto d'ora a capirlo...era il ricordo della PIZZATA DELLE SUPERIORI o ADOLESCENZIALE, che a sua volta si richiamava sicuramente ai miei traumi infantili subiti all'interno dell'ambiente domestico nella situazione cena in famiglia.
Per fare chiarezza, nella mia famiglia non si parlava per niente a tavola, anzi, i toni erano parecchio litigiosi ed esasperati, quindi immaginate il ragazzino che ero con che ansia cercava di mangiare tutto e in fretta per togliersi al più presto da quella situazione.
Ritornando alla cena delle superiori, l'adolescenza è stato per me un periodo molto buio con grandi picchi di ansia perché i coetanei erano spesso un po' bulli e tendenti alla presa in giro e in più c'erano le ragazze e le pulsioni adolescenziali complicavano il tutto.
La pizzata delle superiori in estate era il terreno ideale per far crescere le amicizie e far nascere simpatie particolari, ma questo nella mia mente veniva inondato da fiumi di inadeguatezza e tentativi di normalità apparente per non far scoprire il segreto della mia fobia.
Contorto non è vero?

Concludo comunicandovi che nonostante tutta la mia esperienza con la fobia sociale, la guardia va sempre tenuta alta perché il ricordo del disagio passato potrebbe ripresentarsi quando meno ce lo aspettiamo...continuerò a uscire e che vogliate o no vi aggiornerò sui miei progressi.
Saluti
Pol


 


 

martedì 7 luglio 2015

Esposizione in immaginazione (Exposure therapy)


Salve a tutti,
Il mio percorso per uscire dalla morsa della fobia sociale, mi ha portato ad avere diverse esperienze in ambito medico; ho conosciuto psichiatri che dicevano di guarire la fobia sociale con antidepressivi, ho conosciuto gruppi di aiuto che poi ho scoperto essere frequentati da una vasta gamma di pazienti con disturbi mentali e quindi non adatti al mio caso, ho preso i fiori di bach rilassanti ma non per un problema come il mio e infine la terapia psicologica cognitivo-comportamentale che nel mio caso direi ha avuto un grande successo.
La mia esasperazione verso la fobia sociale, ovviamente, ha dato un enorme contributo al superamento delle mie paure, io volevo profondamente risolvere questo problema per il fatto che non ero più in grado di vivere momenti sereni durante tutte le mie giornate di vita.
Ringrazierò sempre la psicoterapeuta che mi ha insegnato tutti quei trucchetti di cui scrivo nel blog e che mi hanno insegnato a come prendere in giro l'ansia e il panico al suo primo manifestarsi.
Il post di oggi lo scrivo per consentire al mio piccolo pubblico di conoscere la tecnica dell' ESPOSIZIONE IN IMMAGINAZIONE contenuta all'interno delle cosiddette tecniche veloci della terapia cognitivo-comportamentale.
Personalmente non l'ho affrontata durante il mio percorso di cura, ma la trovo la cosa più simile all'esposizione reale al proprio personale momento di fobia sociale.

Come funziona l'esposizione in immaginazione


L'esposizione in immaginazione è una pratica che permette di ricostruire la situazione che genera fobia e ansia semplicemente con la propria immaginazione.
E' da suggerire un incontro con un psicoterapeuta per il fatto che una persona a conoscenza del nostro problema deve guidarci all'interno della situazione immaginaria del fatto reale.
Si comincia con una fase di rilassamento durante la quale si attua la respirazione diaframmatica mantenendo gli occhi chiusi.
Quando ci siamo rilassati si parte con l'immaginazione della situazione scatenante, è importante che chi guida questa pratica (lo psicologo direi) abbia molta precisione nelle domande in modo da ricreare all'interno della mente del paziente l'ambiente in cui si trova per rendere la situazione il più reale possibile.
Lo psicologo potrebbe aiutarsi nel comprendere il risultato del suo lavoro con domande del tipo:

 “Da 0 a 100 quanto reale vede la situazione nella sua testa?” 

In base alle risposte del paziente si può indagare sul perché della poca aderenza alla realtà della situazione, potrebbe essere per un problema di disagio da risolvere o di imbarazzo nel dire quello che realmente in quella situazione si viene a pensare.
Se siete già in contatto con uno psicologo cognitivo-comportamentale e non avete ancora provato questa tecnica il mio modesto consiglio da ex-paziente è di dare all' esposizione in immaginazione qualche possibilità...e non siate troppo duri con voi stessi nel pensare che non risolverete mai i vostri problemi.
Prima o poi i vostri conoscenti e amici si stancheranno delle vostre paure... è naturale, nessuno vuole stare con persone che si lamentano sempre della propria sfortuna per essere coccolati dagli altri...

Saluti

Pol



sabato 27 giugno 2015

E un anno è passato...

Ciao a tutti,
il bloggettino ha compiuto da poco un anno!
Sono molto orgoglioso della mia creatura e della possibilità che internet mi da di interagire con persone che sono distantissime ma interessate a capire questo problema per risolverlo come me.
Da quello che posso vedere nelle statistiche di Blogger, Exit Pol Cesk è cresciuto in modo costante e adesso arriva a circa 200 - 250 visualizzazioni al mese.

Certamente si potrebbe fare molto di più ma è un buon inizio...essere arrivato a toccare almeno 1000 persone o più nel mondo scrivendo della mia esperienza per cercare di fare squadra, non ha prezzo (come direbbe una nota pubblicità).

Con questo post di compleanno vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono settimanalmente e ricordare, come ha fatto uno di voi, che si possono anche lasciare commenti ANONIMI ai post della settimana, basta scorrere il post e in basso selezionare la voce dal menù a tendina "anonimo" tra gli autori del commento.

Tanti auguri Exit Pol Cesk Blog!


Ricordo anche che se volete ricevere via email il post della settimana trovate "Follow by Email" nella sidebar di destra sotto il like di Facebook.

Concludo rispondendo ad una ragazza dalla Spagna che mi ha contattato dalla pagina di Facebook, riporto il suo commento:

"Ma in Italia non avete molti che soffrono di fobia sociale o non sono su facebook? Perchè in spagna abbiamo anche una radio fobia sociale."

Probabilmente l'Italia è il paese con la maggior diffusione di problemi psicologici solo che noi tendiamo a nascondere la polvere sotto il tappeto molto di più che negli altri paesi.
Per quanto riguarda Facebook, è un calderone di sfogo di miliardi di persone, cercando si trovano piccoli gruppi di scambio di esperienze personali.

Non so se esiste una radio specializzata contro la fobia sociale in italia anche se dubito...cercherò.

Saluti a tutti e tanti auguri Exit Pol Cesk Blog

Pol

P.S.:don't be so shy!

mercoledì 17 giugno 2015

Festina e disagi vari

Ciao a tutti,
pochi giorni fà sono andato ad una piccola festa di compleanno.
Mi sono sentito avvolgere da un manto di tristezza e angoscia questa volta non tanto per il mio disagio in queste situazioni ma per il disagio di alcune persone invitate.
Conoscendo queste persone e, per quanto poco, le loro situazioni ricordo che in passato mi ero offerto come "confidente" essendo riuscito a capire tante cose nella mia esperienza con la fobia sociale e disturbo bipolare, ma a quanto pare tutto il mio comunicare cade spesso nel vuoto.

Ho riflettuto in questi giorni su quanto ho visto alla festa di compleanno e sono arrivato alla conclusione che nella nostra società non ci sia il modo di comunicare il proprio disagio a nessuno, ne ai propri conoscenti e ne tantomeno ai parenti ne a chi potrebbe essere pronto ad ascoltarti (io).

Certamente la precarietà economica di questi ultimi anni può avere accentuato degli stati mentali già da curare, ma non facciamo l'errore di dare alla crisi economica tutta la colpa di come stiamo.
Una mente libera dalle fobie è preparata ad affrontare moltissimi problemi che ad una mente malata sembrano insormontabili.

L'unico consiglio che mi sento di dare quindi è quello di affidarsi ad uno specialista.
Purtoppo per la maggioranza dei soggetti che avrebbero bisogno di aiuto sociale e psicologico questo è totalmente escluso a priori un po' per il pregiudizio che si crea e un po' perchè spendere soldi per la cura della propria mente non è lo stesso che spenderli per qualsiasi altro organo del corpo.

Non abbiate paura di andare da un psicoterapeuta per la paura di essere considerati matti perchè con i vostri atteggiamenti e chiusure in voi stessi lo siete già considerati da tutti quelli che vi conoscono.
Non curandosi piano piano farete sempre di più il vuoto nella vostra vita e anche i vostri cari tenderanno ad abbandonarvi. 

Chi pensate che abbia voglia di raccogliere questo fardello che voi ogni giorno gli presentate?



Poi quella stessa sera mi è arrivata la telefonata del mio amico ostaggio di una madre padrona e malata di cui avevo scritto in un post di qualche mese fà L'amico di sventura.A quanto pare il suo unico pensiero ricorrente sembra essere trovare lavoro, missione impossibile nello stato mentale in cui si trova, ho visto il suo curriculum vitae e faceva rabbrividire. 
Se riuscirà a mandarmene uno fatto bene capirò che forse ho smosso qualcosa in lui...vedremo.

Mi piacerebbe tanto riuscire a scuotere un po' gli animi...spero che i diretti interessati abbiano occasione di leggere questo post visto che ne conoscono l'esistenza direttamente da me.

P.S.: scusate il modo di scrivere spesso zoppicante... avevo sei e mezzo in italiano

Saluti

Pol



domenica 7 giugno 2015

La difesa dell'individuo


Buona giornata a tutti,
nel post precedente abbiamo visto come vengono catalogati i vari pazienti dagli psicologi.
Tutti subiscono una situazione di grande sofferenza e sono accomunati da un'azione di difesa che devono compiere per proteggersi dal mondo esterno.
La difesa è quell'azione o meccanismo che l'individuo in generale mette in atto per risolvere il conflitto tra se stesso e i limiti imposti dalla realtà.
Un esempio molto rivelatore, senza entrare nell'ambito della malattia mentale, è la rimozione delle spinte sessuali per ideali derivanti dalla propria moralità.
E' facile capire come le difese possono poi essere il contributo a far si che la malattia mentale aumenti, quando diventano negative per la propria persona.
La difesa si divide in due categorie:
  1. Adattativa (Positiva per la persona)
  2. Inibente (E' sintomo di malattia)
Per quanto riguarda la fobia sociale, le mie difese sono state quelle di evitamento di una marea di situazioni dove ero esposto al giudizio di altri.
Parlando con un amico alcune settimane fa, mi sono reso conto di quanti comportamenti evitanti avessimo in comune.
Non gli ho chiesto se stava pensando di rivolgersi ad uno specialista per risolvere il suo problema, ma quando mi ha detto che il suo lavoro lo ha scelto perché si adattava molto bene alla sua situazione psico-fisica, l'ho collegato in qualche modo alla mia rinuncia nel cercare un lavoro che mi desse soddisfazione per trovarne uno che mi lasciasse tranquillo dal punto di vista delle responsabilità e quindi meno ansiogeno.
Ovviamente tutte le difese del tipo inibente, in questo caso lavoro di meno responsabilità e quindi guadagni al di sotto delle proprie potenzialità, sono il sintomo della malattia.
Tutte le volte che evitiamo per il nostro loop fobico mentale stiamo attuando la miglior difesa inibente che il nostro cervello è in grado di escogitare.
Mi fermo qui...cerchiamo di capire di che natura sono le nostre difese...mi raccomando
Pol



sabato 30 maggio 2015

I diversi malati secondo gli psicologi

Ciao a tutti,
riporto un po' di teoria su come gli psicologi / psichiatri catalogano i propri pazienti, ci potrebbero essere degli errori e in tal caso vi prego di segnalamelo.

I pazienti vengono divisi in tre categorie:

  1. Nevrotici
  2. Borderline
  3. Psicotici

Tutte e tre hanno un'azione di difesa, un esame della realtà e  una percezione dell'identità che li differenzia.

Per difesa si intende tutte quelle azioni per risolvere il conflitto tra la propria interiorità (inconscio) e la società esterna.

Per esame della realtà si intende come il paziente giudica la realtà che lo circonda, ovvero se la riconosce come tale o la nega.

Per identità del paziente si intende come giudica se stesso (ovvero se si piace o si vuole fare del male).

Dopo questa precisazione possiamo definire la seguente tabella delle reazioni positive o negative del paziente:

DifesaEsame della realtàIdentità
NEVROTICIPOSITIVAPOSITIVAPOSITIVA
BORDERLINENEGATIVAINDIFFERENTENEGATIVA
PSICOTICINEGATIVANEGATIVANEGATIVA


Nevrotici

Questi pazienti a loro volta hanno delle sottocategorie che di seguito riporto:

  • Nevrosi fobica o d'ansia
  • Nevrosi ossessiva
  • Nevrosi isterica

Nevrosi fobica e d'ansia è l'argomento principe di questo blog, per quanto riguarda l'ossessiva è tutta quella sfera di comportamenti ripetuti, chi ne soffre è particolarmente scrupoloso e mette in atto una sorta di rituale per cercare di placare la sensazione (esempio l'ossessione per la pulizia).
Infine la nevrosi isterica porta i pazienti, per la maggioranza donne, ad essere totalmente incentrati su se stessi, molto egocentrici, non riescono ad entrare in contatto con gli altri in modo profondo, hanno bisogno di essere notati e per questo assume comportamenti quasi teatrali ed esagerati.
L'isterico vede questo suo modo di comportarsi come l'unico possibile.

Borderline 

Questi pazienti vengono continuamente "bombardati" dalle emozioni e vedono tutto ciò che li circonda in modo estremo. Tutto è o bello o brutto, o bianco o nero, non ci sono sfumature, sono persone che fanno fatica a trovare un compromesso per vivere. Solitamente o si odiano o si amano. Tipico nei pazienti che soffrono di disturbo bipolare.

Psicotici

Sono pazienti che vivono uno scollamento totale dalla realtà, non la accettano e quindi se ne sono creati una propria. In qualche modo lo psicotico non si rende conto di esistere.


Per il momento mi fermo qui, mi rendo conto che possa essere un po' noiosa, ma un po' di teoria è necessaria per capire come noi pazienti veniamo in qualche modo categorizzati.

Saluti

Pol





venerdì 22 maggio 2015

Riunione con brivido fobia...

Buongiorno,
vi ricordate che vi avevo accennato al mio desiderio di cercare di impegnarmi nel volontariato? Ecco, sono andato ad una riunione organizzativa per gruppi di auto-aiuto per piccoli problemi psicologici.
Inizialmente ero molto contento di partecipare visto che di questi argomenti si cerca di non parlarne con nessuno, neanche con gli amici. Ad un certo punto, durante la riunione, ho provato le stesse sensazioni di quando ero in classe a scuola aspettando il mio turno in quello che io chiamo il "giro di conoscenza".

Mi spiego meglio, avete presente quando vi facevano una domanda a scuola e voi sapevate esattamente quante persone c'erano prima che fosse il vostro turno per parlare?

In queste situazioni io di solito inizio a tossire! So quantificare che di lì a poco toccherà la mia "prestazione sociale" e quindi dentro di me è tutto uno sbuffare e ribollire come la pentola per la zuppa!
 

La mia zuppa bollente in testa!





Per fortuna ho sempre presente tutta la mia strategia in questi momenti di panico totale e quindi grazie al mio famoso Relax.pdf da cellulare e alla respirazione diaframmatica, il momento di tosse selvaggia è passato nel giro di circa cinque minuti (abbastanza).

Sono stato colto alle spalle questa volta, ho raccolto così tanti successi in questo periodo che non riuscivo a spiegarmi come mai.

Riflettendo su questo episodio posso arrivare a queste conclusioni:

  • Sto attraversando un periodo critico per il lavoro, stress familiari e rogne varie da gestire;
  • Alle riunioni, se l'argomento di cui si parla già lo conosco e non lo voglio sentire, il mio cervello pensa a generare ansia in automatico;
  • Alle riunioni, se mi annoio e prima o poi devo parlare di me in modo programmato mi sento abbastanza male;
  • Evitare di bere il caffè visto che la mia mente lo collega a precedenti momenti in cui ho provato ansia sociale;
  • Ritornare a programmarmi la respirazione diaframmatica ogni giorno.

Per oggi è tutto, il mio consiglio è di provare sempre comunque a superare le proprie paure non alla sprovvista ma con dei piccoli alleati e strategia nel valutare le variabili di successo e insuccesso. 

Con me funziona...spero anche con voi

Pol

giovedì 14 maggio 2015

Il loop della fobia sociale

Ciao a tutti,
il blog parla principalmente delle esperienze di fobia sociale e di come cercare di esorcizzarle e vincerle se possibile. Potrebbe capitare che alle volte gli argomenti dei post si possano in qualche modo ripetere nei mesi successivi.
In realtà la cosa è voluta. Non si tratta di una ripetizione ma di una visione più in dettaglio dell'argomento.

Dopo questa introduzione, vi rendo partecipi dei miei pensieri della settimana...

Ho fatto quello che predica bene e razzola male...ho rimuginato sul passato!
Quanto mi sarebbe piaciuto viaggiare dai diciotto anni in su con serenità e non sono riuscito a farlo perchè bloccato dalla fobia sociale, merdaccia che sono!

Che carriera lavorativa avrei potuto fare se non fossi stato sotto l'influenza bloccante dell'ansia? Quanti mancati guadagni perchè non in grado di sostenere i ritmi di un lavoro? Quante spese in più? Quante persone interessanti avrei potuto conoscere e invece me ne stavo rintanato in casa?

Con tutte queste brutte domande ci si fà solamente un male cane. Le ho tirate fuori solo per esempio perchè tutti i fobici ne vengono assaliti, anche se non ve lo diranno mai.

La fobia sociale si nutre del loop (ciclo) mentale ossessionato da uno stesso pensiero bloccante; è come se il cervello venisse inondato dalla stessa frase negativa milioni di volte al secondo.

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Esempio:

visto che la fobia sociale se la lasci incontrastata fà sorgere anche nuove fobie, ad un certo punto della mia vita ho pensato di aggiungere la "fobia sociale del dentista".
Molte persone hanno paura del dentista, io volevo farmi venire gli stessi colpi di tosse dal dentista come se stessi per mangiare al ristorante (A volte ritornano...ristorante giapponese).

Il risultato della nuova forma di fobia è stato prima di tutto il nostro amico EVITAMENTO e poi lo sforzo incredibile di andarci superando questa paura.
In particolare è tenere la bocca aperta con un sacco di dita e mani che vanno dentro a crearmi profondo disagio.

Conclusione:

Questo atteggiamento mi ha portato ad avere maggiori problemi con i denti  e ovviamente a spendere molti più soldi per interventi riparatori.

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 Il concetto che ho voluto esprimere è che il loop della fobia è bloccante e auto-generativo di nuovi problemi e come massimo risultato ha quello di produrre un adulto completamente in balia di essa e soprattutto senza lavoro, amici e forse soldi...

Spero di non avervi spaventato troppo...

Pol




mercoledì 6 maggio 2015

Stimolare le proprie attitudini e interessi

Buongiorno a tutti,
in questi giorni mi capita di ripensare alla sensazione di totale apatia e nullità del mio periodo di depressione profonda.

Da cosa si è generata?

La mia depressione ha origini in primo luogo nei lunghi anni passati in totale preda della fobia sociale quando non riuscivo più ad interagire con il mondo esterno, in secondo luogo come rimbalzo dagli up del disturbo bipolare.

Come ho fatto a uscire da quello stato?

Boh! A mio modo di vederla, quando si tocca il fondo del proprio animo o si compie l'orribile gesto (senza pubblicità ovviamente) oppure per istinto di sopravvivenza non si può far altro che rialzarsi pian pianino.

Nella mia condizione clinica di paziente bipolare ho avuto la possibilità di estremizzare le mie emozioni e con esse le mie attitudini e interessi, ovviamente in fase up.
Il ricordo dell'iperattività della fase up aiuta in qualche modo nei momenti di totale sconforto. Spero di essermi spiegato...


Cercando di vedere la cosa in condizioni di normali oscillazioni di umore, il mio consiglio come deterrente alla fobia sociale è di ricavarsi del tempo da dedicare giornalmente alle proprie attitudini alle proprie curiosità e interessi.

Se la mente è "occupata" a fare quello che gli piace, in modo naturale tende a mettere in un angolo le fobie.
Un giorno per parlare di un mio progetto ad un amico, mi sono ritrovato ad organizzare un pranzo in ristorante senza pensare a quante volte ho evitato situazioni di questo tipo.

Concludendo, non è facile uscire dal loop di pensiero controproducente dell'ansia ma ricercando quelle attività per cui ci sentiamo meglio ed anche più esperti, potremmo trovare grossi benefici per le nostre paure immaginarie e soprattutto SCOLPIRE EPISODI DI SUCCESSO NELLA MENTE contro la nostra fobia sociale o depressione latente.

Baci

Pol


giovedì 30 aprile 2015

La personalità, temperamento e carattere

Buona serata,
con il post precedente ho introdotto la definizione di carattere, il temperamento invece ha una natura strettamente biologica, si intende la base naturale ha a che fare con la dimensione genetica dell'individuo.

Da questa considerazione ho compreso che il temperamento non può essere modificato nel corso della propria esistenza ed è per questo che è totalmente diverso dal carattere, che invece cambia in base all'ambiente circostante.

Riportando la classificazione di temperamento possiamo distinguerlo in:
  1. Depressivo (una predisposizione naturale all'introversione)
  2. Ipertimico (totalmente opposto al depressivo, estroversione accentuata, errori di giudizio dati dall'esuberanza)
  3. Ciclotimico (passa dal depressivo all'ipertimico, sotto questo temperamento rientrano i pazienti che soffrono di disturbo bipolare)
  4. Irritabile (ansioso, rabbioso, aggressivo, personalità che spesso soffrono di insonnia)
  5. Inibito (temperamento timido e sensibile, grande 'bollore' interno dei sentimenti, sono persone che ascoltano molto il prossimo)

Per quanto mi riguarda credo di essere un ciclotomico, visti i trascorsi...e voi?

La nostra "marcia" società come ci vorrebbe? 
Visti i ritmi di vita, lavoro, socialità, direi che ci vorrebbe tutti tendenti al temperamento ipertimico...non credete anche voi?

Ho pensato un sacco all'esempio dei bambini che vengono portati in analisi perchè tendevano a stare in silenzio e tranquilli, non capendo che probabilmente sono solo di temperamento inibito.

Spero di essere riuscito a spiegare che cos'è il temperamento di un individuo, quindi con questo post e quello precedente possiamo dire che:

PERSONALITÀ = TEMPERAMENTO + CARATTERE 

Da questa "equazione" riusciamo a comprendere che la personalità è UNICA,  quindi ogni INDIVIDUO È UNICO.

Non abbiamo paura di non essere come gli altri perchè per nostra natura siamo unici.

Spero di avervi dato coraggio in caso la fobia vi stia bloccando nei rapporti con gli altri.

Vi saluto e vi abbraccio.

Pol



martedì 21 aprile 2015

E' il mio carattere!

Salve a tutti,
vi ricordate che avevo partecipato ad alcuni incontri di teoria? Beh, da questi appuntamenti di studio dei comportamenti umani, vi riporto alcune piccole riflessioni personali circa il carattere della persona.

Riportando la definizione (che noia!), il carattere di un individuo riportando dalla psicologia è:

 il complesso unitario e organizzato di forme di vita psichica, che dà un'impronta particolare al comportamento dell'individuo. Come tale il carattere è una struttura risultante da una costante interazione tra individuo e ambiente, ed è l'agente responsabile del fatto che la vita di un uomo ci appare naturalmente un'unità psicologica e non una mera sequenza di fatti.

In parole povere viene creato giorno dopo giorno dalle relazioni che l'individuo ha con il suo ambiente circostante.

Il carattere è formato da due ambiti: familiare e sociale.

Se una persona soffre di fobia sociale ha una paura enorme dell'ambiente circostante, ne consegue che non avrà molte relazioni con esso e quindi anche il carattere che ne risulterà sarà compromesso e non formato in modo giusto, ovvero sarà sbilanciato nell'ambito familiare e non sociale.

Che ne dite voi?

Il carattere di una persona è la difesa, lo scudo, l'impalcatura difensiva del soggetto, più relazioni si hanno con l'ambiente esterno a noi stessi e più il carattere si allena.

Riportando quello che dicono gli esperti:

"il carattere serve per venire a patti con le delusioni piccole e grandi della vita".


Noi fobici non ci lanciamo con spensieratezza verso il mondo esterno e quindi lasciamo interrotto qualche fondamentale ponte tra noi e l'ambiente, con la conseguenza che piano piano ci isoliamo sempre di più e il nostro carattere si indebolisce.


Gli psicologi (questi simpaticoni) chiamano il carattere modalità difensiva del paziente e la difficoltà sta proprio nel rimuovere questo muro per accedere alle chiavi del disagio mentale da curare.

Per oggi basta così...aspettando il temperamento...

Ciao

Pol

lunedì 13 aprile 2015

L'amico di sventura e la terribile situazione

Buon inizio di settimana,
è da un po' di tempo che penso a quale sia il modo migliore di aiutare un'amico che ho conosciuto durante il mio pellegrinaggio tra i vari csm e ricoveri tso che ho dovuto subire.
Vi spiego la sua situazione per chiedervi consiglio:

Il passato ovviamente è dei più turbolenti che si possa pensare, adolescenza complicata più una situazione economica precaria per lutti familiari e disagio mentale. Adesso la madre ultrasessantenne con la sua pensione minima risulta l'unica fonte di reddito del nucleo familiare.
Il mio amico passa da profonda depressione a sbalzi di umore del tipo bipolare imbarcandosi in situazioni di cui poi, ovviamente, non riesce a gestire le conseguenze.
Il consiglio che sono riuscito a dare, tramite una telefonata, è stato quello di cercare di modificare il proprio "habitat di vita", ovvero separarsi in qualche modo dalla madre che esercita una pressione psicologica negativa enorme.

Come fare però a separarsi visto che non ci sono soldi? Il problema nella nostra società è enorme, i soldi purtroppo non danno la felicità, ma posso dare la serenità e il tempo per riflettere sulla propria situazione!

L'unica cosa mi sento di consigliare è di cercare intanto di uscire di casa, sistemarsi un po' nell'aspetto (la depressione non aiuta di certo) e parlare con la gente, magari con gestori di piccoli esercizi commerciali e provare a chiedere di fare per loro qualche piccola commissione in cambio di pochi soldi tanto per iniziare a pensare a qualcosa di diverso e rimettersi pian pianino in carreggiata...

Vorrei sapere cosa ne pensate voi a riguardo e quali sono secondo voi i consigli che dareste ad una simile situazione.

Grazie della lettura e buona giornata a tutti

Pol


sabato 4 aprile 2015

Incontri di teoria

Ciao a tutti,
dato che questo blog nasce dalla mia esperienza personale con la fobia sociale e il disturbo bipolare ho pensato di seguire alcune serate condotte da un esperto in psicologia, in modo da essere più preparato e pronto in caso di eventuali ricadute.

Le serate sono state molto interessanti dal mio punto di vista perchè sono riuscito a dare un nome tecnico a molti disturbi che vediamo nella nostra società.
L'interesse verso argomenti come depressione, ansie e fobie, è davvero enorme, ho notato in sala soprattutto persone di mezza età a prevalenza femminile, ed alcuni studenti di psicologia.
Non vi nascondo che uno dei miei scopi nel partecipare era quello di far pubblicità al blog, ma poi parlando con il responsabile della serata non me la sono sentita di buttare giù questo argomento perchè mi sembrava risultasse un po' da paziente in crisi di attacco bipolare che vuole apparire visto che non è notato da nessuno.

A questo blog voglio bene, ma vorrei anche che venisse conosciuto per il passaparola dei pazienti che hanno trovato giovamento e aiuto, piuttosto che attraverso la pubblicità indotta da incontri di altre attività.

A parte questo, ho pensato di offrirmi come volontario per organizzare altre serate che parlano di questi temi visto che nella nostra società si tende sempre meno a parlare dell'animo delle persone e tendiamo ad essere un tantinello egoisti.

Nei prossimi post cercherò di parlare un po' di quello che ho imparato da questa esperienza, sempre se riesco a finire la sezione riguardante il disturbo bipolare, la quale mette ansia solo al pensiero.

Saluti

Pol

Il più letto dagli utenti...

Serotonina, dopamina e buon umore

Questo post è dedicato all'origine del buon umore e con questo intendo dove viene generata la nostra sensazione di sentirci bene, appaga...