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Pol Cesk

lunedì 18 aprile 2016

La condizione del malato

Ciao a tutti,
oggi vorrei scrivere riguardo ad un argomento che mi torna in mente in maniera ciclica parlando di situazioni di disagio di miei conoscenti.
Prendo spunto da un vecchio post, Festina e disagi vari, perchè è stato oggetto di discussioni con i miei familiari...

Il disagio mentale, come fisico, ha bisogno di due figure fondamentali: il malato e chi se ne prende cura.

Per sua natura il malato tende a lamentarsi del dolore che lo affligge e spesso si crogiola in questa situazione chiedendo attenzioni maggiorate che non dovrebbe richiedere a chi gli sta intorno.
Il bisogno di assistenza di un disagio mentale viene in qualche modo accentuato dal malato stesso che si fa forte di questa situazione e ne ricava una sorta di "piacere malato".

La figura di chi se ne prende cura, solitamente un familiare stretto, ha un compito molto difficile: deve cercare di aiutare il malato a riprendersi da questa situazione senza farsi trascinare dal vortice di sentimenti che naturalmente prova.
Molta attenzione deve essere rivolta a non farsi carico di compiti che sono del proprio familiare in difficoltà, questo porterebbe ad uno squilibrio del rapporto a tutto vantaggio del malato stesso.

Bisogna riuscire a muoversi con passo felpato, cercare di mettere il malato davanti ai propri obblighi, fargli capire che ci stiamo prendendo cura di lui in via del tutto straordinaria e per un periodo limitato di tempo per il semplice fatto che umanamente non si può sopportare un doppio carico di mansioni.

Nella storia che ho preso ad esempio, la situazione non si sta evolvendo in senso positivo, anzi si è cronicizzata a favore del malato, generando quasi certamente altri tipi di disagi futuri.

Il consiglio che mi sento di poter dare è di cercare in tutti i modi di mettere il malato in condizione di dover badare a se stesso, una sorta di "abbandono apparente" per un periodo di tempo limitato e vedere se questo tipo di trattamento riesce a risvegliare l'istinto di sopravvivenza dato dal senso dell'abbandono.

Sono situazioni estremamente difficili, me ne rendo conto, ma per la salute del malato e soprattutto di chi se ne prende cura è necessario dare uno scossone.

Rimbocchiamoci le maniche...

Pol

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