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Pol Cesk

venerdì 24 luglio 2015

L'ossessivo compulsivo

Ciao a tutti,
in questo caldo luglio perchè non trattare un argomento di teoria un po' pesante? Della serie facciamoci del male...

L'ossessivo compulsivo

Il concetto di ossessivo compulsivo nasce da un pensiero fisso in testa e si compone di due part:
  1.  l'ossessione non ti molla mai ed è rappresentata dallo stato mentale che imprigiona a ripetizione il cervello occupandolo a pensare di continuo a quella specifica paura o mania;
  2. la compulsione che rappresenta il lato pratico, l'azione per cercare in tutti i modi di soddisfare l'ossessione malata. Azione che per il soggetto risulta la soluzione alla sua mania ma che in realtà ne peggiora di giorno in giorno la situazione.

E' un po' come il cane che si morde la coda perchè non la riconosce come parte del suo corpo.

Oh, finalmente l'ho presa!

L'individuo risulta sempre più schiavo della sua ossessione.


Con questo comportamento le altre azioni perdono di significato per cui l'ossessivo tende ad isolarsi negli affetti e nelle emozioni rinunciando in pratica a vivere.

Quando compie l'azione compulsiva non raggiunge il piacere che in testa aveva collegato al raggiungimento del suo scopo, ma tende sempre di più a SERIALIZZARE questi comportamenti per aderire il più possibile al protocollo.

Citando la teoria, e prego alcune psicologhe di confermare, l'ossessivo è di solito stato un bambino con rabbia dentro per una libertà mancata e quando riesce a raggiungere la libertà ha paura dell'aspetto sanzionatorio di questa tanto desiderata.

In poche parole è stato un bambino con troppe regole da rispettare.

Per fortuna questo tipo di disagio non l'ho mai provato e comunque mi sento ancora una volta di definirlo un male di questo nostro modo di vivere, la severità dei genitori che a loro volta sono stati dei bambini traumatizzati genera generazioni con turbe che impediscono di vivere e aprire la mente.


Pesantezza...

Pol


giovedì 16 luglio 2015

La pizzata adolescenziale


Ciao a tutti,
L'altra sera sono andato a mangiare una pizza ovviamente non da solo; visto che d'estate si sta meglio all'aperto piuttosto che in casa se non si ha un buon condizionatore, abbiamo deciso di andare poco distante ma all'aperto.
Premetto che con il caldo la pizza mi ha sempre riempito prima di averla finita e in ogni caso l'afa era abbastanza pesante. Dopo una ventina di minuti arriva la pizza e inizialmente, avendo fame, l'ho mangiata proprio di gusto...ad un certo punto come una freccia assassina, la mia mente viene completamente colpita dalla sensazione di ansia di pienezza e di panico per la “situazione pizza estiva in pubblico con afa”.
Il fattore scatenante la fobia è rappresentato, tra gli altri, dai clienti della pizzeria tutti intorno, ricordo di aver pensato “Se mi viene da tossire molto questi sconosciuti si gireranno schifati!”.
In realtà al minimo accenno di ansia, ho iniziato con la respirazione lenta, cercando con tutte le forze di concentrarmi nel discorso al mio tavolo. 


Risultato: un solo sbuffo di tosse, cosa socialmente accettabile durante una cena in pizzeria.

Il fatto è che questa volta ho cercato di prolungare oltremodo il tempo per la cena, visto che ho ordinato anche un caffè (bevanda che se leggete da un po' mi crea solitamente qualche problema).
Potrebbe sembrare masochismo rimanere per vedere fino a che punto si riesce a resistere e invece ho cercato di rilassarmi e svuotare la mente dal pensiero (sconfiggere l'evitamento).

Quale è stato il mio pensiero?

In realtà ci ho messo circa un quarto d'ora a capirlo...era il ricordo della PIZZATA DELLE SUPERIORI o ADOLESCENZIALE, che a sua volta si richiamava sicuramente ai miei traumi infantili subiti all'interno dell'ambiente domestico nella situazione cena in famiglia.
Per fare chiarezza, nella mia famiglia non si parlava per niente a tavola, anzi, i toni erano parecchio litigiosi ed esasperati, quindi immaginate il ragazzino che ero con che ansia cercava di mangiare tutto e in fretta per togliersi al più presto da quella situazione.
Ritornando alla cena delle superiori, l'adolescenza è stato per me un periodo molto buio con grandi picchi di ansia perché i coetanei erano spesso un po' bulli e tendenti alla presa in giro e in più c'erano le ragazze e le pulsioni adolescenziali complicavano il tutto.
La pizzata delle superiori in estate era il terreno ideale per far crescere le amicizie e far nascere simpatie particolari, ma questo nella mia mente veniva inondato da fiumi di inadeguatezza e tentativi di normalità apparente per non far scoprire il segreto della mia fobia.
Contorto non è vero?

Concludo comunicandovi che nonostante tutta la mia esperienza con la fobia sociale, la guardia va sempre tenuta alta perché il ricordo del disagio passato potrebbe ripresentarsi quando meno ce lo aspettiamo...continuerò a uscire e che vogliate o no vi aggiornerò sui miei progressi.
Saluti
Pol


 


 

martedì 7 luglio 2015

Esposizione in immaginazione (Exposure therapy)


Salve a tutti,
Il mio percorso per uscire dalla morsa della fobia sociale, mi ha portato ad avere diverse esperienze in ambito medico; ho conosciuto psichiatri che dicevano di guarire la fobia sociale con antidepressivi, ho conosciuto gruppi di aiuto che poi ho scoperto essere frequentati da una vasta gamma di pazienti con disturbi mentali e quindi non adatti al mio caso, ho preso i fiori di bach rilassanti ma non per un problema come il mio e infine la terapia psicologica cognitivo-comportamentale che nel mio caso direi ha avuto un grande successo.
La mia esasperazione verso la fobia sociale, ovviamente, ha dato un enorme contributo al superamento delle mie paure, io volevo profondamente risolvere questo problema per il fatto che non ero più in grado di vivere momenti sereni durante tutte le mie giornate di vita.
Ringrazierò sempre la psicoterapeuta che mi ha insegnato tutti quei trucchetti di cui scrivo nel blog e che mi hanno insegnato a come prendere in giro l'ansia e il panico al suo primo manifestarsi.
Il post di oggi lo scrivo per consentire al mio piccolo pubblico di conoscere la tecnica dell' ESPOSIZIONE IN IMMAGINAZIONE contenuta all'interno delle cosiddette tecniche veloci della terapia cognitivo-comportamentale.
Personalmente non l'ho affrontata durante il mio percorso di cura, ma la trovo la cosa più simile all'esposizione reale al proprio personale momento di fobia sociale.

Come funziona l'esposizione in immaginazione


L'esposizione in immaginazione è una pratica che permette di ricostruire la situazione che genera fobia e ansia semplicemente con la propria immaginazione.
E' da suggerire un incontro con un psicoterapeuta per il fatto che una persona a conoscenza del nostro problema deve guidarci all'interno della situazione immaginaria del fatto reale.
Si comincia con una fase di rilassamento durante la quale si attua la respirazione diaframmatica mantenendo gli occhi chiusi.
Quando ci siamo rilassati si parte con l'immaginazione della situazione scatenante, è importante che chi guida questa pratica (lo psicologo direi) abbia molta precisione nelle domande in modo da ricreare all'interno della mente del paziente l'ambiente in cui si trova per rendere la situazione il più reale possibile.
Lo psicologo potrebbe aiutarsi nel comprendere il risultato del suo lavoro con domande del tipo:

 “Da 0 a 100 quanto reale vede la situazione nella sua testa?” 

In base alle risposte del paziente si può indagare sul perché della poca aderenza alla realtà della situazione, potrebbe essere per un problema di disagio da risolvere o di imbarazzo nel dire quello che realmente in quella situazione si viene a pensare.
Se siete già in contatto con uno psicologo cognitivo-comportamentale e non avete ancora provato questa tecnica il mio modesto consiglio da ex-paziente è di dare all' esposizione in immaginazione qualche possibilità...e non siate troppo duri con voi stessi nel pensare che non risolverete mai i vostri problemi.
Prima o poi i vostri conoscenti e amici si stancheranno delle vostre paure... è naturale, nessuno vuole stare con persone che si lamentano sempre della propria sfortuna per essere coccolati dagli altri...

Saluti

Pol



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