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IL BLOG EXIT POL CESK CONSIGLIA SEMPRE LA CONSULENZA DI PROFESSIONISTI COMPETENTI NELLA CURA DEI DISTURBI MENTALI E DEL COMPORTAMENTO.

Pol Cesk

lunedì 24 novembre 2014

Il tuo problema è la sensibilità


Durante tutto il mio percorso di cura dalla fobia sociale, mi sono sentito dire più volte che sono una persona che pensa troppo, che la mia sensibilità mi rende molte volte imprigionato nel dubbio del fare la scelta giusta.

Pensando troppo a l'impressione che gli altri hanno noi stessi finiamo per rinchiuderci sempre di più con il rischio di entrare in una spirale di apatia e di depressione...quindi attenzione!

Il tema di essere sempre giudicati dagli altri mi ha sempre fatto molto pensare e anche star male.
Non si possono compiere delle scelte precise se il nostro cervello pensa sempre per il 50% alla paura di essere giudicati. Il dubbio è che con l'andare del tempo le scelte saranno sempre meno significative, coraggiose e sempre più rare.

Dire che adesso ho messo da parte la mia incertezza e la mia "eccessiva sensibilità" come dice la mia dottoressa; è una BUGIA COLOSSALE.
Ho sempre bisogno che qualcuno mi dia delle conferme per quello che faccio.

Ho la netta sensazione che la sensibilità di cui tanto si parla come un dono raro, sia in questa società un bel difetto.
Molte volte ho invidiato le persone più semplici di me, per il fatto che non rendendosi conto del disagio del mondo vivono in modo più sereno.

Cosa c'è di meglio di una vita serena anche se derivata da superficialità?

Risposta: Una vita fatta di ansie, di sofferenze che non abbiamo scelto ma che, grazie alla sensibilità, fanno apprezzare alla grande i molti momenti di gioia della nostra vita.

Quando non mi sento molto bene cerco di concentrarmi sulle cose positive che mi sono successe nella vita, sui momenti di orgoglio personale, sulle giornate veramente positive e su quello che ho. Grazie a questo esercizio, secondo me, si abitua la mente a non lamentarsi per le mancanze, ma a desiderare positivamente di ricercare quei momenti felici nel futuro.

La ricerca di questo atteggiamento mentale ha fatto e sta facendo la fortuna di molti motivatori anche aziendali. Molte persone spendono un sacco di soldi per farsi dire che ce la faranno, quando magari non hanno gli strumenti per poterlo fare.

La sensibilità ci aiuta a capire quanto una persona che conosciamo può essere vicina o lontana al nostro modo di vivere la vita e quindi va coltivata per poter difendersi dagli stronzi ma soprattutto aprirsi con coloro che possono capirci e completarci.

A volte mi capita di vergognarmi per i comportamenti di altri come anche penso che altri si vergognino per i miei comportamenti.

In quel momento vediamo la distanza data dalla nostra esperienza e sensibilità nei confronti degli altri.

Come mi è capitato di dire sabato a un amico che sta passando un bruttissimo periodo, l'umanità intera è divisa in squadre, come se fosse un campionato di calcio, più ti circondi delle persone che hanno sensibilità simile alla tua e meglio vivi, sia essa profonda o superficiale.

A mio parere la riflessività ed essere profondi è un valore, non un fardello!

E con questo vi auguro la buona notte...

Pol

lunedì 17 novembre 2014

Cosa sono i milioni quando in cambio ti danno...la salute mentale


Il titolo di questo post deriva dalla canzone degli Elio e le storie tese "La follia della donna" cambiando una delle frasi più comiche all'interno del testo.

A parte gli scherzi, la sensazione di riuscire a partecipare di nuovo a momenti di vita sociale senza la paura degli altri è una conquista che non è assolutamente quantificabile in denaro...per tutto il resto c'è Mastercard, come diceva lo spot.

Ieri sera con un amico si parlava della qualità della vita. Adesso si dà tanta importanza agli anni di vita delle persone, l'età media è arrivata a X anni, viviamo di più e meglio...mah.

Ho conosciuto anziani che hanno vissuto molti anni finali della propria vita in condizioni veramente brutte.

Io mi soffermerei piuttosto a quantificare la qualità della vita in giornate. Per esempio ieri sono stato molto felice perché ho ricevuto un complimento inaspettato per quello che faccio da una mia cara amica.

Questo mi ha dato il coraggio di continuare per la mia strada e cercare di raggiungere chi è nel momento giusto per riuscire ad ascoltare i consigli e le informazioni che mi sento di dare.

"Che se ne parli...bene o male...l'importante è che se ne parli"

La cosa peggiore da fare con la fobia sociale è non cercare di contrastarla e sviscerarla in tutti i suoi ingorghi mentali.

Quando non hai più questo macigno nel cervello, la sensazione è come quella di rinascere dalle proprie ceneri come l'araba fenice.

L'araba fenice


Vediamo il nostro momento di estrema difficoltà come una fase da capire, rivolgiamoci pure a psicologi ma cerchiamo di essere molto chiari nell'esporre il problema, cerchiamo di avere almeno un vero amico che ci possa far capire il punto di vista di una persona esterna a noi.

Il valore della sofferenza permette, una volta superata, di possedere una marcia in più per capire gli altri e il mondo che ci circonda.

Buona continuazione a tutti

Saluti

Pol

lunedì 10 novembre 2014

Habitat familiare nella fobia sociale

Questo tema, a mio parere è uno dei cardini dello sviluppo della fobia sociale.

Tempo fa' ricordo di aver visto un documentario che trattava il tema della crescita degli individui dal concepimento all'età adulta. L'ho trovato totalmente rivelatore ed è grazie a questo che mi spiego molte contraddizioni presenti nel mio modo di affrontare il mondo esterno.

Non voglio annoiarvi spiegandovi i dettagli del mio sviluppo e i vari passi che secondo me hanno portato a tutte le difficoltà con le quali mi sono letteralmente scontrato nella mia vita, ma il punto è tutto nell'ambiente in cui si cresce e che poi si rivela quando si affronta il mondo dall'adolescenza a tutta la vita adulta.

Un adulto che non ha risolto i suoi problemi di sviluppo non riuscirà mai a essere felice e questo si vede in tutte le scelte che compie durante la sua esistenza.

Per farla breve, paragono situazione nella mia famiglia, in certi momenti difficili, ad una specie di habitat in cattività per animali.

Cane in gabbia

 
Sono stato spettatore di liti familiari fino alle mani, comportamenti difficilmente comprensibili degli adulti per un bambino. Una costante violenza psicologica.

Tutto questo insieme di ferite nell'animo, segnano il cervello con dei solchi grandi come canyon e quando si cresce ci si rende conto che le altre persone sono cresciute in realtà differenti, magari migliori ma non per forza e quindi è facile capire che tutti gli individui adulti sono il risultato dei bambini che sono stati indirizzati o costretti ad essere.

Spero di essere stato chiaro perché il concetto mi tocca molto e non è facile da scrivere per me.
Tutto questo porta al fatto di avere problemi con altri che possono solo immaginare cosa c'è dietro a momenti di fobia o grande difficoltà che affrontiamo.

Se siete genitori, vivetevi i vostri figli nel modo più sereno possibile finchè sono piccoli, perché senza magari rendervene conto avrete costruito un adulto molto forte e in grado di affrontare molte situazioni con la giusta sensibilità.

E per oggi mi fermo qui...

Pol

lunedì 3 novembre 2014

A volte ritornano...Ristorante Giapponese

Premessa: L'ultima volta che ricordo di essere andato al ristorante giapponese con 3 amici, mi sono sentito male di brutto (quasi vomito e lacrime per gli sforzi), non ho retto e da quel giorno i miei amici hanno preso coscienza definitivamente della mia fobia sociale.

Il weekend scorso sono andato con estrema leggerezza (senza fobia anticipatoria) a mangiare giapponese con la mia ragazza.
Il posto è molto carino, con posti a sedere tipici della loro tradizione, avevo fame, mi piace molto il cibo giapponese. All'inizio mi sentivo a mio agio, siamo arrivati presto e non c'era molta gente.
Dopo una mezzoretta la saletta in cui eravamo si è riempita tutta, inoltre credo di avere qualche problema con gli ambienti carini e formali.

Ristorante Giapponese



Per farla breve, avevo il mio piatto davanti, direi squisito, ma dopo aver osservato i commensali e il loro modo apparentemente costruito di comportarsi tra loro, ho avuto paura di star male ricordo i pensieri che la mia mente pazzerella ha formulato in due secondi "Non ce la farò più a finire il mio primo piatto, figuriamoci il sushi! Questo posto è troppo formale, adesso mi sento male, che persone poco naturali in questo locale".

Devo ringraziare il senso dell'umorismo della mia ragazza, spettacolare, riesce a ricacciare dentro la mia fobia in pochissimo tempo, minimizzando i pensieri sbagliati.

Dopo solo un paio di colpi di tosse, sono ritornato in me e a pensare a quanto bello è stata la cena con lei per la sua disponibilità e facilità nel capirmi.

Insomma ho un problema con i posti eleganti e con il silenzio che questi locali comportano, inoltre si aggiunge la difficoltà nel gestire le bacchette e i cibi non della nostra tradizione. Quasi un problema di ceto sociale in certi casi, come se pensassi che non riesco per la mia testa a stare tranquillo in ambienti un po' più eleganti.

Riflessione derivante dal passato

Secondo la mia esperienza, il mio problema con il mangiare davanti agli altri deriva dal momento della cena in famiglia durante la mia pre-adolescenza.
Di solito non si vedeva l'ora di finire al più presto di mangiare, c'era molto rumore fastidioso di fondo e bisognava finire tutto quello che c'era nel piatto per il solito discorso dei bambini dell'Africa.
Tutti gli stress della giornata dei miei genitori si sfogavano ad ora di cena!

Ci credo che non riesco a sopportare gli ambienti formali, eleganti, con gente posata e dove si parla a bassa voce per non disturbare gli altri commensali!

Conclusioni ed esempio di scala USM


Se anche voi avete su per giù questa tipologia di problemi ecco qui riportata la mia personale scala USM per quanto riguarda il problema con i Ristoranti, direi che siamo nello specifico in zona 80-90 solo per l'ambiente, ovviamente non per la compagnia:


RISTORANTI
100 < 10 persone, tavolo rettangolare, colleghi, ambiente formale ed elegante, tempo indefinito di permanenza, portate singole, attenzione su di me, silenzio
90 < 10 persone, tavolo rettangolare stretto, ambiente formale, colleghi per pausa pranzo, quotidianità
80 < 10 persone, tav. rettangolare, amici o conoscenti, portate singole, tempo indefinito, posto laterale tavola
70 < 10 persone, tipologia fast food, posto stretto e rettangolare, seduto in mezzo
60 <30 persone, vassoi per tutti, tavolo rettangolare, posto laterale, formale, meno attenzione a me
50 > 60 persone, tavolo rotondo, colleghi, formale, dress code, poca attenzione a me
40 > 60 persone, tavolo rettangolare, posto laterale, informale, portate singole piccole, poca attenzione a me
30 > 60 persone, tavoli rotondi, informale (matrimoni, lauree, ecc), portate piccole, poco silenzio
20 > 60 persone,buffet, formale, dress code, colleghi
10 > 60 persone, buffet in piedi, informale, spazio di movimento, parecchio rumore
0 raggiungo colleghi o amici dopo cena, mezzo evitamento


Saluti a tutti il post era un po' lunghetto oggi... sorry

Pol

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