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Pol Cesk

martedì 29 agosto 2017

Imparare dai libri come gestire l'ansia

Ciao a tutti,
qualche mese fa, la mia amica Alessia mi ha prestato un libro, del quale non farò pubblicità, comunque in vendita su Amazon; chiedendomi, secondo la mia personale esperienza, un parere riguardo la comprensione degli esercizi contenuti per il superamento di ansie, stress traumatici, situazioni negative in generale.
L'autore del libro è uno psicoterapeuta e pure counselor che pratica, a quanto pare, da circa venticinque anni in Italia. Sicuramente deve aver accumulato un'esperienza completa nella soluzione dei casi più disparati.

Piccola parentesi... lo psicoterapeuta, sia esso medico o psicologo, ricordo in questo mio difficile post, La differenza tra psicologo e psicoterapeuta, ha un percorso di studi molto lungo prima di arrivare a curare le persone, mentre il counselor, professione relativamente nuova, non necessita di un percorso di studi universitari e soprattutto non è riconosciuta, né regolamentata dallo stato italiano.
Non voglio, oggi, scrivere sulla professione del counselor, magari un altro giorno, vorrei solamente farvi pensare al fatto che se io fossi uno psicologo psicoterapeuta o medico psicoterapeuta, dopo tutto il "mazzo" che mi sono fatto, credo che odierei profondamente la figura del counselor, visto che i limiti degli ambiti di intervento sono labili per questa nuova professione.

Nessuno se la prenda, ammetto di essere poco ferrato sull'argomento counselor, per quello che mi risulta mi viene da associarlo alla figura del "mental coach", altra professione decisamente fumosa...

Ritornando al libro che Alessia mi ha prestato, l'ho trovato molto istruttivo, ci sono un sacco di acronimi di cui non conoscevo l'esistenza e che saranno per me fonte di ispirazione e studio, mi riferisco a:

  • M.B.S.R. : Mindfullness Based Stress Reduction; ovvero una tecnica di riduzione dello stress che si basa sulla ricerca e l'attenzione alle cause che lo generano;
  • E.M.D.R. : Eye Movement Desensitization Reprocessing; ovvero una tecnica che tende a rielaborare l'ansia attraverso dei movimenti oculari volti a desensibilizzarne gli effetti... credo;
  • S.T.O.P. : Stop, Take a breath, Observe, Proceed; ovvero Fermati, Prendi un bel respiro, Osserva e Procedi (in altro modo).

Questi sono solo alcuni che ricordo, poi ci sono molti esercizi pratici che mi ricordano le tecniche cognitive comportamentali che ho fatto e di cui ho scritto in questo blog approfonditamente, quindi lo considero un valido inizio. Grazie Alessia!

Comprare un libro per cercare di capire i problemi per cui non si riesce a vivere serenamente è, certamente utile ma, per mia esperienza personale, non è utile a risolvere il problema in tempi brevi.
Nella mia vita è tutt'ora in corso la sperimentazione sul campo di quello che mi ha insegnato la mia psicologa cognitivo-comportamentale e che quindi condivido con voi, per fare squadra. Rispetto ad un medico, credo di avere il vantaggio di poter capire, in base alla persona e al proprio carattere, quale sia la strada migliore da percorrere perché frutto di esperimenti sulla mia persona e non in via teorica in quanto studiato in modo esterno come medico.

Annotare il proprio malessere


Tutto dipende comunque da che MALESSERE SENTIAMO DELLA NOSTRA SITUAZIONE.
Vi faccio queste domande:
  1. Ritenete di aver toccato il fondo con la vostra fobia, ansia, ecc?
  2. Sono più le cose che evitate durante il giorno che quelle che riuscite a fare?
  3. Vi sentiti bloccati nel compiere attività che per tutti gli altri individui rappresentano la normalità, in questo tempo storico e per il nostro livello di progresso e socialità?
  4. Riuscite ad avere dei momenti in cui la vostra testa non pensa ad un evento ansioso immediatamente futuro? 
Considerate, in caso affermativo, un aiuto medico... mi raccomando di  ESSERE UN LIBRO APERTO PER IL VOSTRO DOTTORE.

Vorrei continuare e magari fare esercizi pratici, basati sul libro che Alessia mi ha prestato, nei prossimi post magari potrei scrivere i risultati di alcuni esperimenti che ho messo in atto.


Due punti che mi hanno colpito, ovviamente da approfondire con i vostri casi:
  •  RIGIRARE IL PENSIERO (verso se stessi, verso l'esterno e all'opposto) mi ricorda un po' IL PROCESSO AL PENSIERO che ho fatto durante la mia esperienza di cura. Consiste nel porsi un pensiero che ci affligge, ad esempio: "Non mi chiama mai nessuno". Provate a girare questo pensiero nei tre modi: "Io non chiamo mai nessuno" (perché? Ho paura di mettermi nei guai con la mia ansia incontrollata), "Gli altri si lamentano che non li chiamo mai" (girato verso l'esterno) e all'opposto "Mi chiamano tutti" (come reagirei se fossi la centralina della Vodafone?);
  • il BIPENSIERO ovvero la VISIONE OTTIMISTICA (esagera pure su come ti potrà andare bene il futuro) in contrapposizione al PENSIERO REALISTICO (analizzare in anticipo i problemi che potranno sorgere durante il tragitto per la realizzazione del nostro progetto futuro). Poi cerca di fare una media e raccogli i dati di piccoli successi e soprattutto gli insuccessi avuti durante il percorso.

Bene, mi sembra che sia un buon inizio e quindi in bocca al lupo... come al solito

Pol

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