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Pol Cesk

venerdì 25 dicembre 2015

Bolla di comfort, zona di stress e di panico

Ciao a tutti e Buon Natale,
oggi vi propongo un piccolo schema per capire come gestiamo le situazioni che ci capitano durante la nostra esistenza.

Tutte le cose che sappiamo fare con facilità rientrano nella cosiddetta "Bolla di Comfort", ovvero quella zona soggettiva nella quale svolgiamo azioni di routine.
Nei depressi e nei fobici per esempio, la bolla di comfort si riduce enormemente alle funzioni di base.

Esiste poi una "Zona di Stress", in questa particolare zona siamo in grado in base alle abilità che normalmente usiamo in bolla di comfort, di affrontare i problemi che ci mettono ansia o stress.

E' molto importante che le persone vadano spesso in zona di stress perchè questa zona è molto salutare per lo sviluppo delle capacità dell' individuo e per far si che i problemi stressanti vengano piano piano inseriti nella bolla di comfort...teniamolo a mente come esercizio personale.

Infine abbiamo la "Zona di panico", questa è la zona dove tutto può succedere per il fatto che le nostre abilità non sono in grado di risolvere il problema.
Le azioni che siamo in grado di compiere si riducono a due: BLOCK and FLY.
Per Block si intende la totale mancanza di azione e reazione, letteralmente bloccato, mentre per Fly si intende la regina delle azioni di noi fobici, ovvero la FUGA o EVITAMENTO.

Comfort, Stress e Panico

In figura abbiamo il "Caso A", questo rappresenta una situazione che ci mette panico e paura. In questo caso le abilità dell'individuo non sono in grado di risolvere la difficoltà e quindi rimarrà nella memoria la sconfitta personale e genererà un "PESO PSICOLOGICO DEL TRAUMA".
In tale caso la bolla di comfort si divide in due e il Caso A si prende parte delle abilità della bolla.

Il caso A, fermo nella nostra memoria, limita le nostre abilità quotidiane.

Per riuscire a far rientrare quelle abilità nella bolla di comfort dobbiamo affrontare il caso A a piccoli passi (rappresentati dalle bollicine di avvicinamento) e solo in questo modo potremmo superare la fobia.

Nel caso della fobia sociale i piccoli passi sono rappresentati dalla rappresentazione con la "scala USM" del proprio problema.

Spero di non avervi annoiato troppo...Buone feste

Pol


martedì 8 dicembre 2015

Quanto fanno male le aspettative non avverate


Buongiorno,
Chi soffre di ansia, panico e vari disturbi legati alle aspettative che si vogliono realizzare , soffre di un disagio tra quello che si è e quello che si vorrebbe essere e questo genera inevitabilmente ansia da prestazione.
Il problema principale è che queste persone sono in costante conflitto con se stessi perché devono raggiungere obiettivi che per il loro modo di vedere le cose gli permetteranno di essere apprezzati in quello che loro temono maggiormente, LA SOCIETA'.
All'interno di questo gruppo ovviamente mi ci metto anch'io; la mia ossessione è stata per molto tempo legata al fatto di dover ottenere un posto di lavoro gratificante con l'ansia che il tempo mi facesse invecchiare e quindi non riuscissi a raggiungere il risultato che mi ero stabilito.
Questa aspettativa di successo non raggiunta ha avuto come conseguenza una profonda tristezza e, legata poi ad altri problemi non risolti in ambito familiare, una crisi di depressione bipolare profonda.
Avendo tempo per capire come mai mi sono ritrovato in un ospedale psichiatrico, ho profondamente cambiato il mio punto di vista sulle cose che mi succedono, certo la società italiana di questi tempi non aiuta e il modello proposto di vincenti a tutti i costi ha creato moltissimi problemi.
L'accoppiata poco tempo per dedicarsi a noi stessi e la corsa al reddito genera disagi sociali non indifferenti.
L'idea che vorrei portare avanti e quella di dedicarsi alle attività con preparazione e studio ma di non farsi troppi castelli in aria proiettando la propria persona in un futuro fatto di grandissimi successi. Il rischio è rimanere scottati dall'aspettativa non avverata.
Durante tutto il percorso per raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati, fermiamoci a guardare i piccoli traguardi intermedi che abbiamo raggiunto e cerchiamo di essere felici di quello che abbiamo imparato, se poi riusciamo a fare combaciare il risultato finale all'obiettivo prefissato tanto meglio, ma smettiamola di farci del male in conflitto con il nostro padrone interiore.
E' molto più difficile di quello che pensassi
Pol

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