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IL BLOG EXIT POL CESK CONSIGLIA SEMPRE LA CONSULENZA DI PROFESSIONISTI COMPETENTI NELLA CURA DEI DISTURBI MENTALI E DEL COMPORTAMENTO.

Pol Cesk

lunedì 31 agosto 2015

La difficile differenza tra psicologo e psicoterapeuta


Salve a tutti,
per chi di voi non ha familiarità con le varie professioni che studiano i problemi di comportamento e “dovrebbero” avere come obiettivo la salute del paziente, ecco la prima puntata della serie “Chi ci mette le mani nel cervello?”.
Se fossi uno psicologo italiano (perché non conosco le leggi degli altri stati) appena uscito dal mio percorso di studi farei fatica a capire i miei ambiti di lavoro nel campo della psicologia clinica.
L'unica certezza che ho in questo momento è che può esistere:
  1. MEDICO PSICOTERAPEUTA (Laurea in Medicina)
  2. PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA (Laurea in Psicologia)
Già con questa distinzione mi inizia un leggero mal di testa...

Il MEDICO PSICOTERAPEUTA ha questi obblighi per professare:
  1. Laurea in medicina e chirurgia
  2. Esame di stato per l’abilitazione alla professione di medico
  3. Iscrizione all’albo professionale dei medici e odontoiatri
  4. Scuola privata quadriennale di specializzazione in psicoterapia

oppure una specializzazione universitaria in una di queste:

  1. Psicologia Clinica
  2. Psichiatria
  3. Neuropsichiatria
  4. Neuropsichiatria infantile
    - in aggiunta un tirocinio pratico presso strutture convenzionate

Quindi anche il vostro medico di base potrebbe essere, dopo un periodo di 4 anni di specializzazione in psicoterapia un valido psicoterapeuta.

Il vantaggio per la professione sembra essere il fatto che come medico può PRESCRIVERE MEDICINALI. Per il paziente forse un po' meno...

Lo PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA ha questi obblighi per professare:
  1. Laurea in psicologia (laurea vecchio ordinamento o laurea specialistica, nuovo ordinamento)
  2. Esame di stato per l’abilitazione alla professione di psicologo
  3. Iscrizione all’albo professionale degli psicologi
  4. Scuola privata quadriennale di specializzazione in psicoterapia
oppure una specializzazione universitaria in una di queste:
  1. Psicologia clinica
  2. Psicologia del ciclo di vita
  3. Psicologia della salute
- in aggiunta un tirocinio pratico di psicoterapia in strutture convenzionate

Quindi verrebbe da dire a tutti gli psicologi che con lo stesso tempo dedicato alla propria formazione ovvero (5+4 anni) se avessero scelto medicina avrebbero molto di più.
Per fortuna invece che ci sono gli psicologi, nella mia personale esperienza ho notato che il medico italiano spesso e volentieri tende a fare ricette e quindi prescrivere medicinali...sarà perché per ogni ricetta riceve dei soldini? Mah...lascio a voi il beneficio del dubbio.

Bisogna anche considerare che attualmente molti psicoterapeuti in Italia non sono neanche laureati in psicologia ne in medicina, ad esempio ci possono essere laureati in lettere che poi hanno fatto la specializzazione in psicoterapia di 4 anni.


Quello che penso è che non si dovrebbero avere tutte queste variabili nella formazione di professionisti che poi influenzeranno forse per sempre il futuro dei loro pazienti.

CHI È UNO PSICOTERAPEUTA?

E' un professionista abilitato alla cura dei disturbi mentali e delle altre condizioni di carenza di salute attraverso la psicoterapia.

COS'E' LA PSICOTERAPIA?

Etimologicamente la parola psicoterapia - "cura dell'anima" - riconduce alle terapie della psiche realizzate con strumenti psicologici quali il colla oquio, l'analisi interiore, il confronto, la relazione ecc., nella finalità del cambiamento consapevole dei processi psicologici dai quali dipende il malessere o lo stile di vita inadeguato, e connotati spesso da sintomi come ansia, depressione, fobie, ecc.


Non si fa cenno a nessun intervento di tipo farmaceutico, quindi c'è il rischio che il medico psicoterapeuta tenda a prescrivere medicinali in alcuni casi in cui non sarebbero necessari.
Bisogna valutare di caso in caso i singoli problemi, ci sono stadi della depressione che necessitano di un aiutino farmaceutico ma a mio parere questo trattamento deve essere di breve durata e accompagnato da una consapevole terapia psicologica volta a far ragionare il cervello nel modo corretto e a capire le cause scatenanti la depressione.

Vi lascio con questi interrogativi...
Ma quanti percorsi di studi diversi ci sono per arrivare allo stesso punto? Non sarà controproducente per il paziente? Non aumenterà la confusione?
Grazie dell'attenzione...

Pol

lunedì 17 agosto 2015

Il mancato TSO di Torino

Ciao a tutti,
riporto la notizia apparsa pochi giorni fa sul FattoQuotidiano:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/13/morto-dopo-tso-torino-telefonata-dallambulanza-lo-hanno-preso-per-il-collo-e-un-po-soffocato/1956416/

Andrea Soldi era, pace all'anima sua, un uomo corpulento di 45 anni con problemi di schizofrenia.
La prima cosa che mi viene da pensare è che i vigili urbani, come forza dell'ordine, non sono preparati per interventi di questo genere.
E' necessaria una formazione specifica delle forze dell'ordine per affrontare queste difficili situazioni e magari istituire un numero di telefono apposito per chiamare personale qualificato certamente non inesperti vigili di quartiere!

In secondo luogo la procedura prevista dalla legge per il TSO ha assoluta necessità di essere rivista, perchè in ogni occasione non viene seguita e vengono inoltre lesi i diritti del malato che ovviamente si trova in uno stato mentale che gli impedisce di difendersi.

Questo fatto di cronaca mi ha fatto ricordare quando è successo a me.
Per quello che ricordo della mia esperienza le forze dell'ordine in caso di alterazione psichica del paziente devono verificare che il soggetto non sia pericoloso per se e per gli altri. A questo punto la situazione diventa di dominio medico e quindi deve essere accompagnato da un medico e dal servizio infermieristico che solitamente dovrebbe sapere come si trattano i pazienti.

Ripenso che se avessi trovato personale non adatto, forse avrei fatto questa misera fine anch'io.

Se andiamo a vedere la normativa in materia di TSO ci rendiamo conto della difficoltà di applicazione in casi di urgenza e della disinformazione che esiste, riporto il link per maggiore chiarezza : Il Trattamento Sanitario Obbligatorio

Concludendo questo breve post posso dire in base alla mia esperienza:
  1. La situazione di crisi mentale ti espone al mondo esterno completamente in balia di esso, puoi trovarti di fronte a persone non preparate e che possono perdere la testa;
  2. C'è assoluto bisogno di modificare la legge o di rifarla per quanto riguarda la procedura da seguire in caso di tso (che il sindaco (?) o chi per esso abbia 48 ore di tempo per disporre un'ordinanza di TSO non ha senso);
  3. Formare un reparto ad hoc di forze dell'ordine di intervento in casi simili, non stiamo parlando di andare a prendere un soggetto che stà rapinando una gioielleria ma una persona in disagio psichico che sicuramente ha una situazione personale alle spalle molto critica;
  4. L'intervento dell'ambulanza è necessario con personale adeguato a bordo, sicuramente un medico psichiatra e uno psicologo di reparto (ovvero persone che sono abituate a vedere le situazioni limite a cui può arrivare la mente umana in caso di disagio grave). Per mia esperienza ho conosciuto psichiatri non di reparto che non erano in grado di comprendere quando il loro lavoro doveva essere sostituito dal lavoro dello psicologo;
  5. Maggiore attenzione al trattamento dei giorni successivi al ricovero per TSO, perchè le medicine che vengono date per risolvere lo stato di profonda alterazione devono essere tolte quando questo stato mentale rientra per essere sostituite gradualmente e affiancate da uno studio psicologico;
  6. Infine non mi stancherò mai di comunicarlo: fare informazione nella gente comune perchè la paura di chi è ignorante è la cosa peggiore che può capitare ad un individuo che già a sofferto parecchio nella sua esistenza.

Buona giornata a tutti

Pol

lunedì 10 agosto 2015

La mia esperienza bipolare

Ciao a tutti,
un breve post solo per informare che ho completato la sezione della mia esperienza di disturbo bipolare.
Questa sezione è dedicata a:
  • familiari e amici di chi soffre in modo da comprendere e non isolare il proprio caro ma comprendere cosa probabilmente gli è passato per la testa durante le sue crisi;
  • bipolari per confrontarci sulle nostre esperienze e cercare di fare rete per non sentirsi incompresi;
  • professionisti del settore come spunto per la propria preparazione e confronto;
  • semplici curiosi per il fatto che più se ne parla e più si sconfigge il pregiudizio e lo stigma nei confronti di chi già soffre abbastanza.

Trovate il link sotto "Argomenti" come al solito, in testa a questo post oppure "IL MIO DISTURBO BIPOLARE".

Riporto il video dei Radiohead - Karma Police in ricordo e monito della mia ultima fase up...



 Buona lettura...

Pol




mercoledì 5 agosto 2015

La frustrazione della fobia sociale

Ciao a tutti,
oggi vorrei soffermarmi sul valore della sofferenza e della frustrazione che purtroppo si accompagna in tutti i casi di fobia.

Innanzi tutto la frustrazione si manifesta normalmente in tutti gli individui quando non riescono nel proprio intento. Quindi, secondo il mio punto di vista, la frustrazione è buona e nonostante tutta la sofferenza che si porta dietro è da considerare ottimale per esaminare in modo approfondito la propria situazione per poi generare variazioni nelle scelte.

Io credo di essere un principe se non il re della frustrazione, tutti quelli che mi conoscono mi dicono che penso troppo, rimugino sui miei comportamenti e a dire il vero in passato mi offendevo per questo proprio perchè evidentemente avevano ragione!

La mia personale frustrazione maggiore arriva subito dopo essere riuscito ad evitare una manifestazione pubblica che mi mette a disagio.
Visto che ormai mi conoscete, ricordo quando in passato, ma a volte anche adesso,  evitavo di andare a cena con amici. Dal momento in cui telefonavo inventandomi malattie molto comuni, come influenze intestinali o febbroni da cavallo, ecco palesarsi in modo prepotente la frustrazione.

In alcuni casi mi ha portato al pianto. 

Con il senno di poi, ora che affronto le mie paure, senza la frustrazione che mi ha permesso di toccare il fondo, non sarei riuscito ad affidarmi ad un percorso di cura psicologica di cui solo da un anno riesco a cogliere i frutti.

Dai miei incontri di teoria presso l'associazione di aiuto con la quale collaboro, ho imparato che gli psicologi vedono la frustrazione positivamente perchè, e cito le parole della dottoressa 

"tempra la capacità di adattamento ai cambiamenti e agli imprevisti e porta ad una maggiore tolleranza nella persona a sopportare fatiche e dolori."

Da queste parole sembra che devi gioire più la vita ti và di merda, non pensiamola così, ma vediamo invece questa sofferenza che abbiamo subito come ad un trampolino di lancio per il cambiamento in positivo, perchè abbiamo in mente le sensazioni negative e potremmo quindi gioire in modo molto più intenso dei nostri futuri successi.

Chi non prova dolore non cresce come individuo, quindi stop agli evitamenti e non abbiate paura dei giudizi degli altri.

Buona serata...

Pol

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