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Pol Cesk

lunedì 24 aprile 2017

A te la scelta, la vita di Chiara

Buona giornata a tutti,
fin da quando ero piccolo mi sono sempre relazionato agli altri con rispetto, comprensione e parecchia insicurezza. Quest'ultima ha condizionato in modo prevalente quasi tutte le decisioni della mia vita, facendomi spesso scegliere la strada meno impegnativa e meno soddisfacente.

Vivere la vita in questo modo porta inevitabilmente a sentirsi inferiore agli altri e quindi, in alcuni casi, alla fobia sociale.

Qualche sera fa, si avvicina la mia amica Chiara (nome che abbiamo scelto insieme) dicendomi di sentirsi totalmente scarica di energie e di aver paura di ritornare nell'abisso profondo della depressione. Circa tre anni fa le hanno diagnosticato il disturbo bipolare con attacchi più in fase down che in up e da quel momento si sente completamente in balia delle sue emozioni.
Mi ha confessato di avere la sensazione di essere controllata costantemente, sentimento molto frequente nei "bipolari".
Certo che siamo controllati! Non occorre essere malati per rendersene conto...di questi tempi tra smartphone, carte di credito, bancomat e tessere sanitarie... direi che più che una sensazione è una certezza!

Ciò a cui si riferisce Chiara è invece la morbosità con cui si pensa che ogni propria azione sia in qualche modo pilotata e vista da una sorta di grande fratello malvagio.
Ricordo con estremo disagio a quei momenti ogni volta che mi viene raccontato...

Chiara ha poi aggiunto di sentire opprimente il peso di essere utile per la propria famiglia e quindi di stancarsi molto per fare quello che ogni volta le viene richiesto.

A questo punto la domanda sorge spontanea:
I familiari di Chiara, si rendono conto di quanto egoisti siano a chiedere favori ad una persona che sta cercando di ritrovare con fatica il suo equilibrio?
Oppure
Sfruttano il fatto che si faccia in quattro pur di soddisfare tutti i loro bisogni portandola inevitabilmente in riserva di energie?
Forse nessuna delle due, semplicemente fanno quello che a loro risulta normale visto che Chiara, magari per vergogna, non ha informato i suoi parenti di cosa le era successo.

Il mio consiglio, che ovviamente vale anche per me, è di rispondere con tono deciso:
Scusatemi, sono parecchio stanca/o in questo periodo, ho bisogno di concentrarmi su me stessa/o, dopo tutto quello che mi è successo, non posso fare quello che mi chiedi.

A te la scelta...


Dopo questa risposta direi a Chiara di registrare la sensazione di sollievo provata, come un qualcosa di nuovo che, in un attimo, ha ricavato un ENORME SPAZIO attorno a lei e nel contempo registrare l'espressione nel volto del suo familiare abituato ad essere sempre accontentato.
Inevitabilmente qualcosa creerà un disappunto nel familiare, talmente era convinto di ottenere da lei ciò che voleva.

E' una piccola rivincita, una dimostrazione di carattere che potrebbe portare a spostare gli equilibri familiari ed inoltre è solo quello che naturalmente tutti dovrebbero rispondere in un periodo di difficoltà personale.

Non facciamoci fregare dal voler ESSERE ACCETTATI A TUTTI I COSTI

Uh, che fatica scrivere...
Buona vita a tutti

Pol




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