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Pol Cesk

giovedì 2 gennaio 2020

Curiamo il disagio mentale tra Cortina e Saint Moritz

Buongiorno,
in occasione delle festività natalizie sono andato nella sede dell'associazione che "combatte" contro i disagi mentali insieme ad Angela, una mia carissima amica che vorrei coinvolgere per iniziare un corso di yoga dedicato a chi soffre di disturbi mentali (impresa a quanto pare difficilissima da realizzare).
Al nostro arrivo davanti alla sede, subito ho avuto delle brutte sensazioni, le ho imparate a riconoscere quando sono stato in crisi up per il disturbo bipolare; dalla vetrata della sede, oscurata da una veneziana interna, ho visto che tutti erano riuniti in piedi e in cerchio molto vicino alla porta d'entrata. Essendo in un punto della città un po' critico, vicino alla stazione, la porta è sempre chiusa a chiave e ti devono vedere dall'interno per poter entrare.
Io e Angela abbiamo bussato una, due, forse tre volte e non siamo stati minimamente considerati.
Poi ho capito il perché: erano presenti per gli auguri di Natale due "pezzi grossi" dell'associazione davanti ai quali era necessario prostrarsi e dare tutta l'attenzione che il loro ruolo richiedeva.

Dopo qualche minuto, ci hanno finalmente aperto, un breve giro di saluti (io ho dovuto rispondere ripetutamente che stavo bene) e poi eravamo nuovamente esclusi dai discorsi. Al ché ho messo la mia bottiglia di vino sul tavolo dove c'erano salatini e dolci.

Vedo che i due "pezzi grossi", un uomo e una donna dal fare molto altezzoso, si avvicinano alla mia bottiglia e la aprono. Per rompere il ghiaccio, dico: "Ah, che onore avete aperto proprio la mia bottiglia per prima tra le tante". Mi risponde l'uomo: "Ah, è tua questa? Perché sei un produttore di vino?". Rimango per un attimo basito e, con sorriso amaro, rispondo: "No, l'ho comprata prima al supermercato". Tra me pensavo: "Mi ha scambiato per un imprenditore del settore? Che caxxo ci sto a fare qui? Ci sono persone che neanche lontanamente hanno qualcosa a che fare con me". Ritorno da Angela e le racconto quanto mi era appena successo e lei sghignazza coprendosi la bocca con la mano e mi rincuora sul fatto che neanche lei riusciva a sentirsi a suo agio in quel gruppo di persone.

Successivamente andiamo nella sala riunioni dove la donna,  che poi ho scoperto essere il nuovo presidente designato, si presentava e dava la parola al vicepresidente per esporre i risultati raggiunti dall'associazione nell'anno appena trascorso e gli obiettivi futuri.
L'esposizione dei risultati non è durata molto, qualcuno ha chiesto informazioni circa la quantità dei fondi raccolti e, devo ammettere che è stata raccolta una somma veramente considerevole. A questo punto bisogna capire però in cosa viene reinvestito questo capitale.

Arrivo ora al titolo del post: durante tutta la mia collaborazione come volontario ho sempre sentito parlare di raccogliere fondi per l'associazione,  l'ultima in ordine di tempo riguarda l'organizzazione di party in alcune esclusive località montane, oppure degustazioni culinarie con chef stellati, mostre di critici d'arte con invito esclusivo, organizzazioni di tornei di golf, tennis e forse equitazione.

In discesa libera per la raccolta fondi


La mia idea è parecchio distante e ve la espongo: innanzitutto vorrei conoscere i malati mentali, chi non riesce a vivere la propria vita a pieno perché la sua fobia o disagio lo costringe a evitare molte situazioni, cercare di risolverla in modo concreto e vedere anche il livello culturale ed economico nel quale il disagio della persona si è sviluppato. In poche parole conoscere lo storico tenendo un certo grado di anonimato. Quello che manca al malato è ricavarsi l'autonomia dalla famiglia, credere in se stesso per trovare un lavoro che gli permetta di vivere al di fuori da quell'ambiente che ormai è diventato ostile perché non gli permette di prendere decisioni in quanto tutto viene fatto dai famigliari al grido di: "Poverino è malato di mente e avrà bisogno di tutto il nostro sostegno". Facendo questo, anche se in buona fede, i famigliari continuano ad alimentare quella sensazione di torpore che il disagio necessita per rimanere vivo.

Spero di non avervi annoiato con questi concetti che ormai sono sempre gli stessi, ma che non vedo essere chiare in tutte le associazioni che ho potuto frequentare.

Con questo vi saluto e Buone Feste!

Pol




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