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Pol Cesk

sabato 4 febbraio 2017

Amico mio, hai gettato la spugna

Ciao a tutti,
colgo l'occasione per ricordare a la vicenda del L'amico di sventura e la terribile situazione, un vecchio post del 2015, visto che non troppo tempo fa lo avevo sentito per telefono.

Rispetto alla situazione in cui avevamo lasciato le cose, il mio amico, che per comodità chiamerò Michele, è riuscito a mettere in piedi tutta la burocrazia per l'assistenza sociale che lo Stato può dare.

Mica male per una persona che soffre di disturbo bipolare!

Dopo tutta questa trafila, Michele percepisce per una somma di invalidità e limiti di reddito, una cifra mensile di circa 800 euro. 
Non chiedetemi i dettagli di questo importo perché viene mal di testa solo a pensare a quante scartoffie si devono presentare ma, a parte questo, quando ho sentito la notizia, la mia prima impressione è stata di sollievo. La mancanza di soldi aveva iniziato a prendere il sopravvento, un'ossessione nella sua testa, un comportamento comprensibile ma, successivamente ho pensato che anche lui, come tanti, non sia riuscito a divincolarsi dai legacci che crea il pensiero ricorrente di essere malato.

Cerco di spiegarmi meglio...

Dopo il ricovero, in questo caso per disturbo bipolare, si inizia un iter di cura volto a evitare che la crisi si ripresenti e per far si che l'assistito non faccia male a se stesso e soprattutto alla società.
Tempo fa questo iter non era così stringente e molte crisi che adesso vengono etichettate come disturbo bipolare passavano sotto la voce di "esaurimento nervoso", termine socialmente molto più accettabile che permetteva una più rapida riabilitazione.
L'iter attuale è fatto di colloqui mensili con psichiatri e somministrazione di psicofarmaci più o meno "potenti" a seconda della crisi; in aggiunta potrebbe essere associata una terapia psicoterapeutica (colloqui con psicologi e quindi nessun altro farmaco aggiuntivo).

Come potete ben capire, già la mente del paziente lavora annebbiata per gli psicofarmaci e in più il suo pensiero per tutto l'anno solare è quello di aver bisogno di cure e di programmare i vari appuntamenti. 

E' ovvio che cercare di rialzarsi dal tappeto e trovare un lavoro è un'impresa titanica...e allora getta la spugna!

Non arrendersi mai...


Mi dispiace, mi dispiace veramente tanto per Michele, spero che possa in qualche modo leggere queste mie riflessioni e convincersi che nessuno ti aiuta a questo mondo se non te stesso.

Saluti

Pol








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