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Pol Cesk

venerdì 8 novembre 2019

La "magia" del videopoker

Buongiorno a tutti,
è da un po' che vorrei scrivere qualcosa sulla ludopatia o GAP (Gioco d'Azzardo Patologico) visto che io stesso, anni fa, avevo provato a giocare e iniziato a sentire il piacere della "vincitina" ripetuta, ma anche della "perditina" ripetuta che fa scattare il meccanismo della dipendenza. Un po' come il bastone e la carota per i ciucchi!!!
Al di là di scrivere su quelle che possono essere le caratteristiche personali di un individuo che inizia a giocare, vorrei soffermarmi su quelle che sono state le sensazioni mie e cercare di capire quelle dei miei conoscenti che sono entrati in questo gioco perverso.

Non faccio neanche un discorso politico sociologico perché facendo due conti, lo stato incassa un sacco di soldi per il gioco d'azzardo, ma poi ne spende una cifra devastante in cure, assistenza sociale delle persone ludopatiche, rapporti personali che vanno in frantumi, eccetera, eccetera.

Ricordo che mi sono avvicinato innanzitutto perché nel mio quartiere, essendo poche le cose da fare durante la settimana, alcuni miei amici avevano già iniziato. Proprio uno di questi, che chiamerò Arturo per comodità, stava giocando in un bar abbastanza malfamato e, quella volta che sono uscito con lui, ho notato come sapesse tutto delle macchinette. Erano cinque, come se fossero delle sue figlie, mi ha presentato la sala slot in questo modo: "Vedi, quella in fondo, ha pagato ieri, quindi non ci gioco, quella vicino ci sta giocando Ignazio, maledetto lui, dovrebbe pagare a momenti. Dai, mettiamoci in questa che ho appena chiesto al barista e mi ha detto che è da poco che ha iniziato a pagare e quindi potrebbe essere il giro buono". Insomma, tutta una serie di strategie e serie storiche di vincita che potrebbero far impallidire l'ISTAT.
Dopo un po' che Arturo gioca, effettivamente la macchinetta mostra sul display una "cifrona": 250 euro. Io ero estasiato, in cinque minuti avrebbe vinto 250 euro e subito ho esclamato ad alta voce: "Porta via tutto, quando mai ti ricapita una vincita così?". Ricordo la sua espressione annoiata e quasi usuale nel rispondermi: "Eh, aspetta ha appena iniziato a pagare". Subito alza la posta da scommettere e mette il tasto automatico. 

Piccola parentesi sul tasto automatico (altro meccanismo da criminali), cerco di spiegarlo: praticamente, il povero giocatore ludopatico all'inizio schiaccia i bottoni per avviare la slot machine e poi, invece, quando è annoiato e dentro fino al collo nel meccanismo, non ha più voglia di fare neanche quello sforzo e fa andare da sola la macchinetta. In questo modo vede solo scorrere tutte le puntate, velocissime e non deve più intervenire, facendosi in qualche modo "sbomballare" da suoni e luci insistenti e rotanti, un po' come essere drogato in una discoteca tecno (potrebbe rendere l'idea?).

Quella volta che ho assistito alla partita di Arturo alla fine ha vinto circa 300 euro e poi si sentiva in qualche modo spavaldo da offrire da bere a me e a tutti gli altri che erano nel bar in quel momento, un po' come a dire: "Visto che io ho capito? Hai visto che non mi faccio fregare dalle macchinette?". Ovviamente alla mia domanda: "Sei in attivo?". Mi ha risposto: "Sì, riesco a ricavarmi una piccola entrata aggiuntiva al mio stipendio".

Chissà come mai tutti mi hanno risposto che sono in attivo? Eh... bugiardi? Credo di sì, una caratteristica del drogato è sempre stata, fin dalla notte dei tempi, quella di mentire, purtroppo.




Un'altra volta ho chiamato Arturo e gli ho detto: "Hai voglia una di queste sere di venire a giocare a biliardo, come facevamo una volta?". "Sì, certo, potremmo andare al bar dai cinesi, quello vicino al centro commerciale". "Non ci sono mai stato, ma hanno un bel tavolo da biliardo?". "Certo, ci sono stato l'altra settimana". "Okay". Arriva la sera della partita a biliardo e vedo Arturo, che era un buon giocatore, giocare in modo svogliato e poco concentrato. Ve la faccio breve, dopo circa mezz'ora di partita, avevo già vinto e lui voleva andare dentro la saletta dedicata alle slot machine.

Era in astinenza da macchinette!

La prima cosa che ho notato quando siamo entrati dentro la sala, era il buio pesto, non riuscivi neanche a vederti i piedi. A mezza altezza, le luci intense dei monitor delle slot machine, parte per parte a formare una squadra di una ventina di macchinette, fumo da sigaretta e birre, con una puzza di "morte" che completava il quadro. Dentro ci saranno state otto, nove persone. Io in veste di spettatore.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: "Eccola qui, la bara con le lucette di Natale, un'esperienza di loculo per quando sei ancora in vita".

Altra immagine che mi è venuta in mente quando ho visto queste persone spente che giocavano, erano tipo i bambini piccoli davanti alla televisione, quasi lobotomizzati dal susseguirsi di luci, suoni con tempi rapidissimi.

Non so come concludere questo post. Se lo avete letto tutto e soffrite di questa patologia, mi dispiace tanto, fatevi aiutare dal più vicino centro per la salute mentale. Visualizzate mentalmente l'immagine dei bambini piccoli inebetiti dalla televisione schermo piatto da 100 pollici e poi sappiatemi dire se non vi sentite un po' come loro.

Saluti

Pol


  




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