Salve a tutti,
Il mio percorso per uscire dalla morsa
della fobia sociale, mi ha portato ad avere diverse esperienze in
ambito medico; ho conosciuto psichiatri che dicevano di guarire la
fobia sociale con antidepressivi, ho conosciuto gruppi di aiuto che
poi ho scoperto essere frequentati da una vasta gamma di pazienti con
disturbi mentali e quindi non adatti al mio caso, ho preso i fiori di
bach rilassanti ma non per un problema come il mio e infine la
terapia psicologica cognitivo-comportamentale che nel mio caso direi
ha avuto un grande successo.
La mia esasperazione verso la fobia
sociale, ovviamente, ha dato un enorme contributo al superamento
delle mie paure, io volevo profondamente risolvere questo problema
per il fatto che non ero più in grado di vivere momenti sereni
durante tutte le mie giornate di vita.
Ringrazierò sempre la psicoterapeuta
che mi ha insegnato tutti quei trucchetti di cui scrivo nel blog e
che mi hanno insegnato a come prendere in giro l'ansia e il panico al
suo primo manifestarsi.
Il post di oggi lo scrivo per
consentire al mio piccolo pubblico di conoscere la tecnica dell' ESPOSIZIONE IN IMMAGINAZIONE contenuta all'interno delle cosiddette tecniche veloci della terapia cognitivo-comportamentale.
Personalmente non l'ho affrontata
durante il mio percorso di cura, ma la trovo la cosa più simile
all'esposizione reale al proprio personale momento di fobia sociale.
Come funziona l'esposizione in immaginazione
L'esposizione in immaginazione è una
pratica che permette di ricostruire la situazione che genera fobia e
ansia semplicemente con la propria immaginazione.
E' da suggerire un incontro con un
psicoterapeuta per il fatto che una persona a conoscenza del nostro
problema deve guidarci all'interno della situazione immaginaria del
fatto reale.
Si comincia con una fase di
rilassamento durante la quale si attua la respirazione diaframmatica
mantenendo gli occhi chiusi.
Quando ci siamo rilassati si parte con
l'immaginazione della situazione scatenante, è importante che chi
guida questa pratica (lo psicologo direi) abbia molta precisione
nelle domande in modo da ricreare all'interno della mente del
paziente l'ambiente in cui si trova per rendere la situazione il più
reale possibile.
Lo psicologo potrebbe aiutarsi nel
comprendere il risultato del suo lavoro con domande del tipo:
In base alle risposte del paziente si può indagare sul perché della poca aderenza alla realtà della situazione, potrebbe essere per un problema di disagio da risolvere o di imbarazzo nel dire quello che realmente in quella situazione si viene a pensare.
“Da 0 a 100 quanto reale vede la situazione nella sua testa?”
In base alle risposte del paziente si può indagare sul perché della poca aderenza alla realtà della situazione, potrebbe essere per un problema di disagio da risolvere o di imbarazzo nel dire quello che realmente in quella situazione si viene a pensare.
Se siete già in contatto con uno
psicologo cognitivo-comportamentale e non avete ancora provato questa
tecnica il mio modesto consiglio da ex-paziente è di dare all'
esposizione in immaginazione qualche possibilità...e non siate
troppo duri con voi stessi nel pensare che non risolverete mai i
vostri problemi.
Prima o poi i vostri conoscenti e
amici si stancheranno delle vostre paure... è naturale, nessuno
vuole stare con persone che si lamentano sempre della propria
sfortuna per essere coccolati dagli altri...
Saluti
Pol
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