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Pol Cesk

martedì 7 luglio 2015

Esposizione in immaginazione (Exposure therapy)


Salve a tutti,
Il mio percorso per uscire dalla morsa della fobia sociale, mi ha portato ad avere diverse esperienze in ambito medico; ho conosciuto psichiatri che dicevano di guarire la fobia sociale con antidepressivi, ho conosciuto gruppi di aiuto che poi ho scoperto essere frequentati da una vasta gamma di pazienti con disturbi mentali e quindi non adatti al mio caso, ho preso i fiori di bach rilassanti ma non per un problema come il mio e infine la terapia psicologica cognitivo-comportamentale che nel mio caso direi ha avuto un grande successo.
La mia esasperazione verso la fobia sociale, ovviamente, ha dato un enorme contributo al superamento delle mie paure, io volevo profondamente risolvere questo problema per il fatto che non ero più in grado di vivere momenti sereni durante tutte le mie giornate di vita.
Ringrazierò sempre la psicoterapeuta che mi ha insegnato tutti quei trucchetti di cui scrivo nel blog e che mi hanno insegnato a come prendere in giro l'ansia e il panico al suo primo manifestarsi.
Il post di oggi lo scrivo per consentire al mio piccolo pubblico di conoscere la tecnica dell' ESPOSIZIONE IN IMMAGINAZIONE contenuta all'interno delle cosiddette tecniche veloci della terapia cognitivo-comportamentale.
Personalmente non l'ho affrontata durante il mio percorso di cura, ma la trovo la cosa più simile all'esposizione reale al proprio personale momento di fobia sociale.

Come funziona l'esposizione in immaginazione


L'esposizione in immaginazione è una pratica che permette di ricostruire la situazione che genera fobia e ansia semplicemente con la propria immaginazione.
E' da suggerire un incontro con un psicoterapeuta per il fatto che una persona a conoscenza del nostro problema deve guidarci all'interno della situazione immaginaria del fatto reale.
Si comincia con una fase di rilassamento durante la quale si attua la respirazione diaframmatica mantenendo gli occhi chiusi.
Quando ci siamo rilassati si parte con l'immaginazione della situazione scatenante, è importante che chi guida questa pratica (lo psicologo direi) abbia molta precisione nelle domande in modo da ricreare all'interno della mente del paziente l'ambiente in cui si trova per rendere la situazione il più reale possibile.
Lo psicologo potrebbe aiutarsi nel comprendere il risultato del suo lavoro con domande del tipo:

 “Da 0 a 100 quanto reale vede la situazione nella sua testa?” 

In base alle risposte del paziente si può indagare sul perché della poca aderenza alla realtà della situazione, potrebbe essere per un problema di disagio da risolvere o di imbarazzo nel dire quello che realmente in quella situazione si viene a pensare.
Se siete già in contatto con uno psicologo cognitivo-comportamentale e non avete ancora provato questa tecnica il mio modesto consiglio da ex-paziente è di dare all' esposizione in immaginazione qualche possibilità...e non siate troppo duri con voi stessi nel pensare che non risolverete mai i vostri problemi.
Prima o poi i vostri conoscenti e amici si stancheranno delle vostre paure... è naturale, nessuno vuole stare con persone che si lamentano sempre della propria sfortuna per essere coccolati dagli altri...

Saluti

Pol



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