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Pol Cesk

martedì 26 febbraio 2019

Agente zero zero Pol: una cascata di neuroni

Buongiorno a tutti,
oggi cercherò di scrivere a proposito di psicofarmaci antidepressivi e della loro classificazione.
Con il termine di psicofarmaco si intende un farmaco in grado di modulare la comunicazione tra le cellule del sistema nervoso centrale attraverso la modifica dei livelli delle sostanze che queste si scambiano per comunicare tra di loro. In alcuni casi, a seconda delle tipologie di farmaco, rendono meno o più recettive le cellule nervose ad accogliere queste sostanze chimiche.
Riuscire a capire come e quale psicofarmaco prendere a seconda dei casi clinici, è una sfida molto difficile per diverse ragioni:


  • Gli psicofarmaci dovrebbero essere prescritti da psichiatri che hanno ben chiara la storia del proprio paziente;
  • I pazienti spesso non sono istruiti sugli effetti collaterali dell'assunzione continua di psicofarmaci ed inoltre, quando si avvicinano ad essi, sono del tutto inermi per mancanza di lucidità e autostima proprio perché vengono da esperienze che li ha fatti allontanare dagli altri;
  • In presenza di attacchi gravi è necessario prendere alcuni tipi di psicofarmaci che poi, vanno gradualmente interrotti accostando un monitoraggio delle sensazioni del paziente da parte dello psichiatra (cosa difficile da attuare per via dei costi molto elevati che questo comporta per la famiglia, in molti casi).

Il paziente deve riuscire ad esprimere tutti gli effetti collaterali che ha dall'assunzione del farmaco. Per esempio, durante la mia storia clinica, ho provato diversi psicofarmaci, alcuni dei quali mi hanno portato a stati di alessitimia (mancanza di emozioni) e difficoltà di concentrazione nel lavoro. Quest'ultimo aspetto, è quello che mi ha fatto chiamare più volte lo specialista per cercare di cambiare e di calibrare meglio la terapia perché la perdita di autosufficienza economica è causa scatenante di altri problemi, come la depressione.
Centrale è il problema della situazione sociale e familiare del paziente che spesso si trova ad essere incompreso e da solo anche se può contare nel supporto familiare che viene visto come un'intrusione e mortifica spesso per il continuo bisogno di sostegno economico. In poche parole il paziente vede che dovrà sempre contare sull'aiuto di qualcun altro e che non ne uscirà mai da questo stato. Assumere psicofarmaci che, per esempio, aumentano lo scambio di sostanze tra i neuroni, non avendo una vita felice, porta a pochissimi benefici, a mio parere.

La depressione è una malattia diffusissima, vediamo come vengono catalogati i farmaci per combatterla:

  • Triciclici;
  • Tetraciclici;
  • Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina;
  • Inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina;
  • Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e noradrenalina;
  • Farmaci a meccanismo misto serotoninergico e noradrenergico.

Boh! Io non ci ho capito niente, voi?
Triciclici e Tetraciclici sono differenti solo per la composizione chimica della molecola, non molto di più...
Serotonina, noradrenalina, adrenalina e dopamina? Diciamo che sono tutti amminoacidi, composti chimici a base di azoto, hanno differenti composizioni delle molecole degli elementi che li formano. La serotonina viene citata spesso, anche abusata per essere definita come l'ormone responsabile della felicità. Attenzione però, anche di troppa felicità si soffre (vedi la fase up del disturbo bipolare). La serotonina è legata a braccetto con la dopamina, lo squilibrio di esse, causa, ad esempio, mancanza o eccesso di desiderio sessuale.
Noradrenalina e Adrenalina sono definiti neurotrasmettitori, sostanze che veicolano informazioni tra i neuroni, diciamo che l'azione composta di questi, in termini molto semplificati, ci fa ad esempio aumentare il battito cardiaco e il tono muscolare nell'imminenza di uno sforzo fisico oppure, l'esatto contrario a seconda delle nostre reazioni agli eventi esterni.
Ricaptazione? Possiamo dire che è l'assorbimento di questi neurotrasmettitori dalla membrana di confine tra neurone e neurone e quindi se è stimolata o meno, aumenta o diminuisce l'effetto del neurotrasmettitore nelle terminazioni nervose del cervello.

La situazione si fa complessa... a mio modo di vedere e cercando di semplificare, il nostro cervello è una macchina spettacolare, composta da miliardi di terminazioni nervose che si scambiano elettricità e composti chimici cercando di mantenere in equilibrio tutti gli altri organi e tessuti di vario tipo presenti nel nostro corpo. Sono totalmente convinto che gli scienziati facciano un lavoro fondamentale per cercare di risolvere o limitare i comportamenti malati del nostro cervello, ma allo stesso modo, mi rendo conto che la complessità delle aree della nostra mente, siano ancora un segreto per il loro comportamento e le loro reazioni a diversi stimoli.

La mia terapia farmacologica attuale è composta da stabilizzatori dell'umore, in particolare Litio e Acido Valproico (usato anche nei casi d'epilessia). Questi farmaci, hanno effetti collaterali, come tutti gli psicofarmaci, ma se presi in soglie limite, possono aiutare a vivere una vita più equilibrata, senza troppi sbalzi di umore, ansia e emozioni. Il fatto è che, se non si associa a questo una comprensione della propria situazione a livello psicologico e sociale, si fa ben poca strada, quindi consiglio di iniziare una terapia psicologia per capire quali sono le cause, anche storiche di disagio.

Zero Zero Pol: Licenza di pillola...


Un "piccolo" elenco di principi attivi degli psicofarmaci:

  • imipramina
  • amitriptilina
  • maprotilina
  • amineptina
  • fluoxetina
  • fluvoxamina
  • citalopram
  • paroxetina
  • sertralina
  • venlafaxina
  • reboxetina
  • trazodone
  • nefazodone
  • bupropione
  • mianserina
  • mirtazapina
  • iproniazide
  • fenelzina
  • pargilina
  • toloxatone
  • moclobemide

Mi ricorda un po' l'elenco che faceva Ewan McGregor nel film cult "Trainspotting", ovviamente, tutto questo per scherzarci un po' sopra.

Saluti e buona vita a tutti.

Pol

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