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Pol Cesk

sabato 26 marzo 2016

E poi ricevi un' email di delirio

Ciao a tutti,
La primavera è iniziata e si vede!
Ricordo per chi non segue il blog da molto tempo che i miei peggiori attacchi di disturbo bipolare sono avvenuti in questa stagione.
Quest'anno ho ricordato particolarmente quei periodi per via della mia visita periodica dal dottore che mi segue. Dopo tutto il trambusto degli anni passati, questa primavera la sto vivendo bene, ho avuto un po' di preoccupazione eccessiva per lavoro, impegni familiari e per il fatto che tendo a dormire meno con l'aumentare delle ore di luce del giorno.
Pochi giorni fa, apro la posta in arrivo e trovo un' email di tipo delirante e mi rendo subito conto che è del mio Amico di sventura.

In questo momento di CRISI UP ha pensato bene di aprire la propria rubrica contatti di Google e condividere in copia questo suo stato mentale con tutti i suoi conoscenti, facendo di fatto terra bruciata attorno a lui.
Il contenuto dell' email, di lunghezza abnorme, passa dalla spiegazione del suo attuale "lavoro" alla descrizione della sua famiglia, dalla denuncia di trattamenti sanitari sbagliati a riflessioni di tipo evolutivo e filosofico che sono tipiche degli stati alterati di umore.
Vi risparmio ovviamente tutti i dettagli di questo "papiro" di email, ma visto che ho potuto conoscere da vicino la sua situazione familiare e sociale, continuo a credere che il problema fondamentale sia la solitudine che la società regala a chi ha avuto problemi mentali a seguito ovviamente di profonde sofferenze elaborate, molto probabilmente, da soli durante l' età infantile e adolescenziale.

Dentro di me in questo momento immagino cosa starà pensando il mio "amico di sventura", si sentirà piccolo come una formica dalla vergogna per avere messo in piazza tutta la sua vita e probabilmente a seguito di questa crisi c'è da aspettarsi un periodo di profonda depressione.
Per esperienza personale conosco che più alta è l'onda dell'umore e più bassa è poi il fondo di ritorno.

Coraggio amico, la vita è dura in questi momenti, ti consiglio, quando tornerai in te di cercare di raccontare tutta questa storia ad uno psicologo psicoterapeuta e magari vedere di trovare una terapia farmacologica meno invasiva perchè questa, ammesso che tu la stia prendendo, non sta dando gli effetti desiderati.

Un saluto e un abbraccio

Pol
 

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