Ci
siamo lasciati nel capitolo precedente con una fase up
particolarmente distruttiva della mia vita lavorativa, non mi ha
portato ad un vero e proprio ricovero ma sicuramente alla
disoccupazione.
Dopo
questa mia avventata decisione ho dovuto lasciare il mio piccolo
monolocale per due ragioni:
- non avevo più lavoro e quindi non riuscivo a pagare l'affitto
- mia mamma stava male e non riusciva a badare a se stessa per la recente perdita di mio papà
Il
risultato di tutto questo è stato ritornare a casa e
cercare di darle una mano, ma tra le mie medicine per il disturbo
bipolare, la totale assenza di amici, i problemi fisici di mia mamma
e di depressione mi trascinarono ben presto in quella che io chiamo
la mia GRANDE DEPRESSIONE.
La grande depressione estiva! |
Questa
è stata sicuramente la depressione più profonda che io abbia mai
provato! Avevo paura di tutto quello che era il giudizio del mondo
esterno, non riuscivo ad uscire di casa, neanche per fare un po' di
spesa, con tutto il caldo che faceva durante quell'agosto credo di
non essermi mai lavato per almeno quaranta o cinquanta giorni.
La
cosa più terrificante è la progettazione del suicidio, infatti
avevo studiato tutto nei minimi dettagli: volevo buttarmi giù da un
parcheggio su piani poco vicino al centro della città.
L'unico
motivo per cui non lo ho fatto è perché non avevo le forze fisiche
di alzarmi dal letto.
Ricordo
che dicevo “Adesso mi alzo e lo faccio” poi mi alzavo e sentivo
cedere il corpo e la mente e ritornavo a letto a disperarmi per la
mia situazione senza speranza.
Vi
risparmio ovviamente i dettagli e i pianti per la mia condizione...
Mi
fermo qui per la straordinaria pesantezza dell'argomento trattato
lasciando a voi le considerazioni su quanto mi è accaduto.
Siamo quasi alla fine del racconto della mia esperienza.
Saluti
Pol
Siamo quasi alla fine del racconto della mia esperienza.
Saluti
Pol
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